“Il primo ministro italiano Giorgia Meloni è stata fantastica ieri durante la sua visita alla Casa Bianca. Ama il suo Paese e l’impressione che ha lasciato su tutti è stata fantastica!!!”. Così ieri Donald Trump ha celebrato su social Truth la premier italiana. E ha tutte le ragioni del mondo a festeggiare, visto che quella visitina costerà agli italiani una trentina di miliardi di euro, in gas, armi e investimenti.
Meloni si schiera con Trump contro la Ue
Ma non solo, perché, da quanto si è appreso ieri, durante l’incontro Trump e Meloni hanno discusso anche di un altro punto fondamentale: bloccare la tassazione che l’Europa potrebbe porre sulle big-tech Usa. Un’arma che la Ue teneva in serbo come leva per evitare i dazi Usa. Un’arma temuta da Trump, almeno fino a ieri…
“Sottolineiamo l’importanza delle tecnologie dell’informazione per consentire la libera impresa attraverso l’Atlantico. Abbiamo convenuto che è necessario un ambiente non discriminatorio in termini di tassazione dei servizi digitali per consentire gli investimenti da parte di aziende tecnologiche all’avanguardia” recita infatti la dichiarazione congiunta Usa-Italia di ieri.
Tradotto Meloni ha sorpassato il (non) mandato ricevuto dalla Commissione europea – unica titolata a trattare a nome dell’Unione – , schierandosi con Trump e le big-tech contro il resto dell’Ue.
Il silenzio di von der Leyen
Chissà se la mossa sarà stata gradita alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Che ieri ha avuto una “buona telefonata” con la premier italiana. Durante il colloquio telefonico, fa sapere la portavoce della Commissione, con una buona dose di diplomazia e sintesi, la presidente del Consiglio “ha informato von der Leyen sul suo incontro con Donald Trump alla Casa Bianca.” Stop. Nessun commento. Non un buon segno…
Intanto la destra celebra Meloni
E mentre Meloni sfidava Bruxelles, in Italia la politica commentava la trasferta a Washington, dividendosi tra i toni quasi messianici della destra e le critiche realistiche dell’opposizione.
Per il primo gruppo, vale per tutti il post su X del ministro Guido Crosetto che sfiora l’idolatria: “Se al posto di Giorgia Meloni oggi a Washington ci fosse stato un altro Presidente del Consiglio (Letta, Draghi, Conte, Renzi, D’Alema) a dialogare con Trump, ottenendo risultati così importanti, io sarei stato orgoglioso. Come italiano ma anche come cittadino che crede nei valori che l’Occidente ha sempre incarnato. A maggior ragione lo sono oggi, perché c’è lei, Giorgia Meloni e cioè la mia Presidente del Consiglio, il Capo del Governo di cui mi onoro di far parte, la compagna di follia nell’avventura di Fratelli d’Italia, l’amica di sempre. Sì, sono orgoglioso di come Giorgia oggi ha rappresentato l’Italia e difeso il ruolo dell’Europa e dell’Alleanza occidentale. Grazie!”.
Appendino: “Una Caporetto”
Di tutt’altro avviso l’analisi della pentastellata Chiara Appendino: “Una trattativa che era già in corso da giorni e un processo di beatificazione che vuole nascondere la verità: la visita di Meloni da Trump è stata una Caporetto. L’unica certezza di ieri è che Meloni ci farà comprare il gas più caro dagli Usa – quindi bollette più alte per tutti – e porterà le spese militari al 2% del Pil entro quest’anno. Questo significa 10 miliardi in più subito per armi”.
“Solo 48 ore fa hanno bocciato il nostro emendamento con cui chiedevamo di mettere 6 milioni per combattere il tumore al seno: ci hanno detto che i soldi non c’erano e che la coperta era corta. Dieci miliardi per le armi sì, sei milioni contro il tumore al seno no. Si devono vergognare”.
“Fa molto ridere anche la narrazione sul rapporto privilegiato tra Meloni e Trump, sul ruolo di pontiere che la premier avrebbe tra Stati Uniti e Unione Europea. La verità è un’altra: Trump ama circondarsi di yes men, di persone che non lo contraddicono e si limitano a eseguire fedelmente i compiti che lui assegna loro. Questo è il ruolo internazionale di Meloni: la yes woman di Trump”, aggiunge il vicepresidente del Movimento 5 Stelle, Michele Gubitosa.
Per Schlein il bilancio della visita è assai scarso
“La premier si è impegnata ad aumentare la spesa militare e a far investire 10 miliardi alle imprese italiane negli Usa quando non ne ha trovato ancora uno per tutelare quelle colpite dai dazi ed evitare delocalizzazioni”, afferma invece la segretaria Pd elli Schlein, “In cambio pare abbia ottenuto una visita di Trump in Italia. Per ora non mi pare un gran bilancio”.
E a Roma Giorgia e J.D. Vance continuano a parlare di affari
Ma ieri è stato anche il giorno dell’incontro del cattolicissimo vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance e Meloni a Palazzo Chigi. “Stiamo portando avanti importanti negoziati commerciali non solo tra Italia e Stati Uniti, ma con l’intera Unione Europea. Ne abbiamo parlato a lungo ieri con il Presidente e daremo seguito a quelle conversazioni oggi”, ha dichiarato Vance.
I due avrebbero discusso anche di Ucraina: “Voglio aggiornare la premier su alcuni dei negoziati tra Russia e Ucraina e anche su alcune cose che sono successe nelle ultime 24 ore. Siamo ottimisti sul fatto che si possa sperare di poter porre fine a questa guerra così brutale”, ha concluso il vice Trump.