Pierfrancesco Majorino ora è ufficialmente candidato. L’europarlamentare del Partito democratico è stato indicato dalla coalizione come candidato presidente per la Regione Lombardia contro Letizia Moratti e Attilio Fontana. L’assemblea regionale ha ratificato il suo nome e ora inizia per il Pd una campagna elettorale non facile in cui dovrà provare a recuperare il tempo e il terreno persi.
L’imprimatur
“Credo che la sfida sia oggettivamente fra me e Fontana visto che la corsa è per arrivare primi”: ha detto al Tgr Lombardia Majorino che ha voluto chiarire fin da subito che la candidatura Moratti (contro la quale guidò l’opposizione in consiglio comunale a Milano) non la ritiene assolutamente rilevante nella sua corsa. E sulla decisione, non da tutti gradita, di non fare le primarie ha spiegato che “avevamo bisogno di lanciare subito la campagna elettorale” per battere “la destra”.
“E credo che tutti – ha concluso – ci troveremo su questo obiettivo”. Sulle primarie evitate però rimane la riflessione amara di Pierfrancesco Maran, assessore del Pd a Milano con Beppe Sala che ieri sul suo profilo Facebook ha voluto esprimere il suo pensiero. “Quando vietano di giocare la partita, vincere è impossibile”.
L’appoggio per il ‘prescelto’, dice, è scontento: “Sosterrò con impegno il candidato nominato”, scrive Maran. “è senza alcun dubbio un errore grave non averle convocate – scrive su Facebook l’assessore riferendosi appunto alle primarie -. Ancora una volta il tanto annunciato “dobbiamo aprire il partito” è rimasto lettera morta”.
Detto questo, l’esponente dem non ha intenzione di lasciare il partito ma intende “continuare a guidare un’alternativa riformista e per la partecipazione, per rompere gli schemi di un sistema correntizio che, ormai, avendo perso il polso della società e anche della nostra comunità, continua a perdere consenso e si arrocca evitando le competizioni”.
“È una partita che va affrontata nel Partito democratico, senza produrre ulteriori divisioni, anzi – ha aggiunto – ricercando il dialogo costruttivo con tutte le forze di opposizione, per questo sosterrò con impegno il candidato nominato. Vogliamo una politica rivolta al futuro, anche per questo non abbiamo mai pensato che Letizia Moratti potesse essere un’opzione”. E conclude: “Da oggi continuerò con ancora maggiore determinazione a lavorare per una politica migliore e più aperta. Sono sicuro che saremo in tanti a farlo”.
Terzo polo furioso
L’ufficializzazione di Majorino intanto ha fatto saltare i nervi, com’era prevedibile, al cosiddetto Terzo polo che ieri per bocca di Carlo Calenda: “Il @pdnetwork ha scelto di correre in Lombardia con Majorino spostando l’asse della coalizione su Agnoletto (fronte anticapitalista) Sinistra Italiana e forse 5S.
Amen. Evitate ora di incasinare anche il Lazio continuando a supplicare i 5S. Almeno una proviamo a vincerla”, ha scritto il segretario di Azione. Era facilmente prevedibile che il sedicente Terzo polo bollasse chiunque non sostenga Letizia Moratti come un dirigente maoista. Loro sono fatti così: chi non è di destra è un pericoloso brigatista.
Appoggio a Majorino è arrivato invece ieri dalla candidata al congresso del Pd Elly Schlein: “La candidatura di Majorino in Lombardia è davvero un’ottima notizia. – ha scritto Schlein -. Da sempre in prima linea sul fronte dei diritti sociali e civili, amministratore competente, di grande coerenza, capace di unire e con una visione di futuro chiara. Forza Pier, siamo con te!”.