Ci siamo lasciati alle spalle i mondiali di calcio del Qatar che si è ripulito la faccia agli occhi del mondo usando il pallone come cipria e ungendo con i soldi la politica e le organizzazioni internazionali. Dei mondiali in cui i diritti umani sono stati solo un passaggio obbligato che si è ridotto a qualche scenetta (spesso poco credibile) e alle parole incredibilmente false delle autorità.
L’Arabia Saudita può imparare dal Qatar come usare il calcio (e forse la corruzione) per sembrare un partner politico credibile
Alla fine, come sanno benissimo i professionisti dello sportwashing, ci ricorderemo della partita finale, di Leo Messi e il regime qatariota potrà apparire democratico perché ha avuto accesso alle cerchie che contano.
Qualche tempo fa il principe bin Salman, il “grande amico” di Matteo Renzi (secondo le parole dello stesso Renzi) aveva lanciato “Visione 2030” per rilanciare l’immagine delle’Arabia Saudita. Anche da quelle parti il lavoro spesso non è altro che una schiavitù legalizzata e in più c’è l’omicidio commesso ai danni del giornalista Jamal Kashoggi che, secondo l’intelligence USA, sarebbe stato compiuto proprio su ordine del principe.
Ora le cose sono cambiate: Biden ha ammorbidito le sue posizioni, bin Salman può contare sulla feconda attività di pro loco esercitata da un ex presidente del Consiglio italiano e come è avvenuto con l’acquisto della squadra di calcio del Paris Saint Germain per il Qatar anche i sauditi hanno deciso di buttarsi nel calcio internazionale comprando il Newcastle.
C’è di più: la squadra saudita dell’Al Nassr si è regalata l’ex campione Cristiano Ronaldo che per una cifra stratosferica (si parla di un miliardo di euro per 7 anni) sarà più testimonial che calciatore.
Qui si arriva al bivio: per i mondiali di calcio del 2030 tra i Paesi candidati a ospitare le partite c’è proprio l’Arabia Saudita. Un’Arabia Saudita arretrata come (se non peggio) il Qatar che può imparare dai qatarioti come usare il calcio (e forse la corruzione) per sembrare un partner politico credibile. È quello che proprio Renzi chiamava “nuovo Rinascimento” (ricordate?), sta avvenendo in diretta sotto i nostri occhi. Con la risata complice (e ricca) di Cristiano Ronaldo come testimonial.