Dopo mesi di muro contro muro, sul salario minimo si registra la timida apertura di Giorgia Meloni. Un’indiscrezione rilanciata da Repubblica e non ancora smentita che, però, non convince le opposizioni che temono sia una trappola per rinviare il tema a data da destinarsi.
In attesa di capire cosa voglia fare davvero la premier, da sempre ostile alla misura come anche il resto della maggioranza – soprattutto i forzisti -, da M5S a Pd sono molti gli scettici.
L’apertura sul salario minimo di Meloni non convince le opposizioni
“Bene l’apertura di Meloni, ma adesso ci incontri e ci dica esattamente cosa pensa e si confronti sulla nostra proposta che è scritta nero su bianco. Non mandi di nuovo la palla in tribuna. 3,5 milioni di lavoratori e lavoratrici non possono attendere più”. Lo dichiara Debora Serracchiani della segreteria nazionale Pd.
Giuseppe Conte, al momento, non commenta quelle che sono solo indiscrezioni di stampa. Gli atti e le posizioni ufficiali di Giorgia Meloni e dei suoi Ministri sul salario minimo sono da tempo note: per Tajani questa misura ci porta all’Urss, per Musumeci è assistenzialismo, per Meloni “uno specchietto per le allodole”.
“I fatti poi parlano chiaro”, insistono i pentastellati, secondo cui “il centrodestra ha presentato qualche giorno fa un emendamento soppressivo contro il salario minimo legale a 9 euro. Se Palazzo Chigi ci ha ripensato lo dica con atti ufficiali, no a meline, rinvii, tatticismi e raggiri”.
“Un vero salario minimo legale è un’emergenza per quasi 4mln di italiani” conclude la nota del Movimento 5 Stelle.