“Finalmente c’è stata l’archiviazione definitiva delle accuse di antisemitismo contro di me”. È quanto ha annunciato il senatore, ex M5S oggi al Misto, Elio Lannutti, finito sotto inchiesta nel febbraio del 2019 per il reato di diffamazione aggravata dall’odio razziale in seguito alla pubblicazione, sul suo profilo Twitter, di un post sui “Protocolli dei sette Savi di Sion” (leggi l’articolo). A querelarlo era stata la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello.
Lannutti ora si dice pronto a procedere con “una class action contro tutti quelli che mi hanno rivolto queste ingiuste infamie”. “Sono stati due anni e mezzo di sofferenza terribili – ha detto il parlamentare (qui il suo post) – per me che ho speso una vita a combattere anche l’antisemitismo. Non credano di passarla liscia”.
“Sono state definitivamente archiviate le accuse di antisemitismo nei miei confronti – ha detto ancora Lannutti -, oggetto della macchina del fango nei primi mesi del 2019, per sputtanarmi ed evitare che potessi assumere la presidenza della commissione banche”.
“Ora partiranno le azioni civili risarcitorie, una sorta di class action contro un centinaio di calunniatori diffamatori, con contestuale revoca del mio silenzio stampa iniziato il 22 gennaio 2019”, annuncia l’ex M5S. “Per 2 anni e mezzo sono stato infangato. Finalmente oggi, difeso dall’avvocato Astolfo Di Amato, è stata disposta l’archiviazione. Per me – rimarca ancora Lannutti – è la vittoria della giustizia ma anche il tempo di fare un’azione civile contro almeno 100 persone, da Zingaretti a Renzi, passando per la Boschi, che mi hanno accusato di antisemitismo e dovranno rispondere in sede civile”.
“Io sono sempre stato antifascista – ha concluso Lannutti – e sono nipote di partigiani, mio nonno ospitò in un pagliaio 7 soldati inglesi che avrebbero subito la rappresaglia dai tedeschi… proprio a me vanno a dire che sono antisemita? Per 2 anni e mezzo stato zitto ma da oggi difenderò il mio onore”.