Il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, boccia l’idea di abrogare l’abuso d’ufficio. Ascoltato in audizione in commissione Giustizia del Senato sulla riforma della giustizia del ministro Nordio, Busia spiega che “se le finalità che hanno portato a intervenire sull’abuso d’ufficio sono condivisibili, la cancellazione di questo reato crea problemi”.
Secondo il presidente dell’Anac, “se abrogassimo tout court il reato di abuso d’ufficio avremmo un vuoto normativo e un’inadempienza rispetto a vincoli internazionali”. A suo giudizio sono quindi “giuste le finalità volte a tipizzare il reato”, come fatto nel 2020 quando si è “cercato di contenere e precisare la fattispecie di reato”. Ma c’è il rischio di un allargamento eccessivo della fattispecie che “giustifica la necessità di un ulteriore intervento normativo”.
Busia (Anac) boccia l’abrogazione dell’abuso d’ufficio
Per Busia è “sbagliato abrogare come tale il reato” e ci sono anche “rischi di incoerenza con l’ordinamento internazionale ed europeo”. Anche perché nel 2022 è stato giustificato il rispetto di norme internazionali ed europee in materia di peculato proprio “inserendo un rinvio all’abuso di ufficio”. In caso di abrogazione, questo principio “verrebbe meno”.
Inoltre, con l’abrogazione ci sarebbe il rischio di lasciare dei vuoti normativi per delle fattispecie e dei casi di violazione di legge e favoritismo nel caso in cui “non vi è scambio di denaro”. Ipotesi che non è possibile lasciare scoperte, secondo il presidente Anac.