Doveva sbloccare le gare pubbliche, rendendone più snello l’iter, così da diventare il volano del Paese e invece il nuovo Codice degli appalti di Matteo Salvini si sta dimostrando un fragoroso flop come certificato dall’Anac.
Dall’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti targato Salvini i contratti pubblici si sono dimezzati. Lo mette nero su bianco l’Anac
Annunciato in pompa magna ed entrato in vigore il primo luglio, il nuovo set di regole era stato annunciato con un post sui social del ministro delle infrastrutture in cui, pronto a brindare, assicurava che avrebbe portato lo “sblocco dei cantieri e norme più snelle e veloci”, rincarando la dose con un’immagine in cui si leggeva: “Contro il pericoloso immobilismo ideologico dei No, finalmente parte uno strumento fondamentale per favorire infrastrutture, lavoro e crescita in tutto il Paese, nel nome dei Sì. Avanti così”.
Peccato che, stando a quanto riporta l’Anac, l’unica cosa che il provvedimento ha tagliato sono proprio gli appalti visto che i dati parlano di una frenata dei contratti pubblici a luglio, ossia dal momento dell’introduzione del nuovo Codice degli Appalti. Secondo l’Authority, guardando agli importi, “per quanto concerne le forniture a luglio ne sono state avviate circa 1/4 di quelle realizzate nel mese di giugno. Per i lavori il calo è ancora più marcato: circa 1/7 di quelli registrati a giugno. Per i servizi poco più di un quinto”.
Secondo l’Anticorruzione nel primo mese un calo delle gare era fisiologico. Ma un tracollo simile deve far riflettere
Se invece si parte dal numero degli affidamenti, spiega l’autorità, i contratti pubblici sono più che dimezzati, anche tenendo conto delle richieste di Cig non ancora perfezionate. “Pur considerando che si tratta solo del primo mese e che il fenomeno dovrà essere osservato su un periodo più lungo, non si può negare che, a trenta giorni dalla prima applicazione del Codice degli Appalti, si registri una frenata” ha spiegato il presidente dell’Autorità anticorruzione, Giuseppe Busia.
“In parte è fisiologico che l’entrata in vigore di nuove regole comporti un rallentamento per la necessità di adattarsi alle novità dei testi. Dobbiamo, tuttavia, stare molto attenti e lavorare a fianco delle stazioni appaltanti per aiutarle e supportarle, come Anac sta facendo con molto impegno. Purtroppo pesa, in particolare, il fatto che non si sia investito sufficientemente per rafforzare le stazioni appaltanti, qualificandole adeguatamente, anche attraverso l’assunzione di nuovi funzionari capaci di applicare in modo corretto le nuove regole” conclude Busia.
Insomma un disastro per il quale i parlamentari M5S in commissione Ambiente e Lavori Pubblici spiegano che “a un mese dal via delle nuove norme volute da Salvini era fisiologica una flessione degli affidamenti” ma “la banca dati Anac parla di una vera e propria battuta d’arresto. Un quadro preoccupante, perché il rischio ora è che questo trend vada avanti a lungo“.