L’Enit, l’agenzia nazionale del turismo, resiste a Mosca. Come se lo spazio aereo non fosse chiuso e ci fossero voli regolari in partenza dalla capitale della Russia verso l’Italia. Certo, fino a qualche mese fa era così. E l’afflusso di turisti russi rappresentava una risorsa preziosa per il comparto. Ma la questione è cambiata con il lucchetto imposto ai cieli dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Così da più parti fioccano le richieste di abbandonare la Russia, tanto che scattano sanzioni morali alle imprese che ancora non hanno cessato l’attività sul territorio.
L’agenzia nazionale del turismo resiste a Mosca
Eppure, nemmeno di fronte a questa realtà, l’Enit ha cambiato l’orientamento: la sede di Mosca risulta ancora operativa, visto che non sono giunte novità in senso contrario, benché sia difficile comprendere il motivo.
La Notizia ha contattato, più volte, l’agenzia per avere una spiegazione, ma senza ricevere alcuna risposta. Una motivazione potrebbe essere che l’ufficio di Mosca garantisce il servizio di promozione turistica anche altri Paesi, tra cui Ucraina e Bielorussia, che vanno scartati.
Difficile immaginare che programmino vacanze italiane. Così come è difficile pensare che un abitante della Lettonia vada a chiedere informazioni nella capitale russa per un viaggio in Italia. Il clima non è propriamente disteso tra il Cremlino e i Paesi baltici.
I dipendenti restano in ostaggio
La sede moscovita dell’agenzia del turismo conta su un totale di sei dipendenti, dalla responsabile amministrazione, Natalia Argonova, alla responsabile marketing e promozione in Russia, Irina Petrenko. Le attività si svolgono all’interno dell’ambasciata italiana in Russia.
E la resistenza dell’Enit va avanti anche sotto lo sguardo del ministero del Turismo, guidato dal leghista Massimo Garavaglia, che ha plasmato l’agenzia a propria immagine e somiglianza. A giugno scorso aveva benedetto l’insediamento di Giuseppe Albeggiani nel ruolo di amministratore delegato. Dopo appena tre mesi, però, c’è stata la sostituzione con Roberta Garibaldi, formalizzata dal Cda dell’agenzia. La vicenda sta avendo degli strascichi, ed è finita in Tribunale.
Il 12 aprile è attesa una nuova udienza al Tar dopo il ricorso presentato da Albeggiani. Al netto delle beghe legali, la posizione aperturista dell’Enit farà contento Matteo Salvini, leader del partito di cui Garavaglia è un esponente di spicco. L’ex ministro dell’Interno, al costo di indispettire Draghi, ha assunto una posizione molto meno intransigente verso Vladimir Putin.
La questione finisce in Parlamento
Dopo che era stata discussa nei giorni scorsi, la questione della sede Enit a Mosca è arrivata in Parlamento, con tanto di interrogazione alla Camera. Elisa Siragusa, deputata di Europa Verde, ha annotato come “a seguito dell’aggressione militare da parte della Russia” siano “state decise sanzioni economiche internazionali nei confronti della federazione russa, cui sta facendo seguito la sospensione e la chiusura da parte di decine di grandi aziende internazionali delle loro attività, in diversi settori, dall’auto, ai servizi di ristorazione e del turismo”.
Tra queste, evidenzia la parlamentare, “compagnie di viaggio, come Airbnb, Expedia e Priceline hanno deciso di bloccare loro attività nei confronti della Russia e della Bielorussia, anche in considerazione della sospensione dei voli internazionali verso Mosca”. Senza che l’Enit abbia battuto ciglio. Per questo chiede chiarimenti al governo.