A notarlo per primo è stato Tommaso Ederoclite, politologo vicino al Partito democratico. “Sapete perché la Casellati non ha voluto discutere dei fondi neri in Russia dati alla Lega di Salvini? – scrive sulla sua pagina Facebook – Semplice, perché alle riunioni della associazione di Savoini Lombardia-Russia ci andava anche lei. A pensar male…”. E lì eccola, la foto che ritrae in mezzo a una serie di bambini vestiti secondo tradizione russa, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati insieme a Matteo Salvini.
E’ il 7 giugno 2018 (dunque sia la Casellati che Salvini ricoprono già ruoli istituzionali) e a pubblicare la foto è proprio l’associazione culturale Lombardia-Russia di Gianluca Savoini. E, non a caso, insieme alla foto con la Casellati, sul sito filo-russo ne spicca anche un’altra che ritrae Salvini, Savoini, il segretario dell’associazione Gianmatteo Ferrari e l’ambasciatore russo Sergej Razov. A quanto pare, dunque, l’associazione ha sfruttato subito l’occasione per farsi vanto della sua presenza in mezzo a tante autorità. Bisogna infatti precisare che, contrariamente a quanto scritto da Ederoclite, l’incontro, tenutosi presso Villa Abamelek, sede dell’ambasciata moscovita, era stata organizzata dalle autorità russe – e non da Savoini & Co. – per la tradizionale festa per la Giornata della Russia. Una precisazione doverosa e che, come confermato a La Notizia da fonti vicine alla presidenza del Senato, spiega la ragione istituzionale della presenza della Casellati. Resta, tuttavia, la coincidenza di un evento a cui erano presenti, inseme alla seconda carica dello Stato, anche i personaggi di vertice dell’associazione filo-russa.
ZERO DIBATTITO. Il dettaglio sarebbe assolutamente superfluo, se non fosse per quanto accaduto negli ultimi giorni proprio a Palazzo Madama. Come si ricorderà infatti, all’indomani delle rivelazioni dell’Espresso e poi dell’audio pubblicato dal sito internet statunitense BuzzFeed sulla presunta trattativa volta a far confluire finanziamenti russi nelle casse della Lega, la presidente del Senato è stata aspramente criticata dal Partito democratico, che invece avrebbe voluto discutere in Aula a Palazzo Madama quanto emerso dalle inchieste. Alle rimostranze del senatore Alan Ferrari, la Casellati ha risposto che non si può dare spazio in un luogo istituzionale a “pettegolezzi giornalistici”. Fa niente se quello stesso giorno, poche ore più tardi, anche la Procura di Milano ha aperto un fascicolo per corruzione internazionale.
La seconda carica dello Stato, invece, in quella circostanza ha deciso di respingere tre interrogazioni parlamentari relative alla vicenda. Accusata di faziosità dalle opposizioni, ha ribadito il punto: “Non potevo ammettere quelle interrogazioni perché l’articolo 145 del regolamento prescrive che deve esserci un oggetto determinato”. Altrimenti è meglio tacere. E non fare domande.