Debora Serracchiani, oggi deputata del Pd e responsabile Giustizia della maggiore forza di opposizione. Una vita dedicata alla politica partendo dall’esperienza territoriale che l’ha portata a essere presidente della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia.
Parto proprio dai territori e dalla difficoltà che molti amministratori, a partire dai sindaci dem, vedono nel reato d’abuso d’ufficio. Lei è invece contraria all’abolizione. Come mai?
“Perché il reato è stato profondamente riformato nella scorsa legislatura proprio per rispondere alle richieste degli amministratori. Tanto che, molte delle archiviazioni a cui si fa riferimento per giustificarne l’abolizione riguardano procedimenti precedenti al 2020. Si trattava inoltre dell’unica forma di tutela penale che i cittadini avevano contro gli abusi della pubblica amministrazione che ora resteranno impuniti. E poi: vi pare ragionevole un ordinamento che punisce l’omissione di un atto d’ufficio e non il suo abuso? Non credo che gli amministratori abbiano molto da festeggiare: il rischio è che vengano contestate fattispecie più gravi”.
Ristretto anche l’ambito di applicazione del traffico di influenze, altro brutto segnale? Cosa comporta?
“Condotte gravi e di particolare disvalore sociale restano impunite. Va detto che la riscrittura del reato di traffico d’influenze, in assenza nel nostro ordinamento di una disciplina delle lobbies, crea una certa indeterminatezza applicativa e confusione che non aiuta la certezza del diritto”.
Sull’abolizione dell’abuso d’ufficio, l’Europa potrebbe avviare una procedura di infrazione a nostro carico oltre alle altre già aperte. Pensiamo alle concessioni balneari. Trova che questo governo abbia una piena vocazione europeista nei principi e, di riflesso, nella “condotta”?
“Direi che siamo di fronte ad un governo “europeista di ritorno”, ma nei fatti nazionalista e populista per vocazione anche sui temi della giustizia. Cosicché continuiamo ad essere il paese delle infrazioni aperte, come in questo caso in cui addirittura sono stati costretti a introdurre un nuovo reato, il peculato per distrazione, in un decreto legge approvato prima ancora dell’approvazione definitiva del ddl Nordio”.
Costruire un’alternativa a questa maggioranza può voler dire stringere alleanze con le altre forze d’opposizione, eppure – proprio sulla legge Nordio – avete votato in ordine sparso. È possibile costruire un Fronte Repubblicano in Italia? E, soprattutto, è giusto che tale fronte esista se tra le forze che lo compongono c’è distanza su punti programmatici dirimenti?
“Sui temi della giustizia non è stato mai facile trovare posizioni perfettamente sovrapponibili, anche se sono molti gli argomenti su cui lavoriamo insieme, come il pacchetto sicurezza. E sui temi della giustizia anche a destra ci sono visioni molto diverse. Penso però che di fronte a questa destra che non fa altro che creare nuovi reati, inasprire pene e colpire i più deboli, non si possa non reagire in modo unitario e fermo”.
Qualche giorno fa ha fatto discutere il suo ironico “chiedo per un amico” in riferimento a Toti e all’uso che farebbe della stampa. Non è condannato, ma indagato. Che fine fa la presunzione di non colpevolezza?
“La presunzione di innocenza è un principio costituzionale fondamentale, ma in questo caso non c’entra assolutamente nulla. Il tema è un altro: penso che si debba chiedere alla politica soprattutto quando rappresenta le istituzioni di dare il buon esempio e di non usare posizioni di privilegio e strumenti che i cittadini comuni nemmeno si sognano, per influenzare l’opinione pubblica e trarre vantaggio. Mi viene in mente il grande Alberto Sordi in un film culto: “perché io so’ io e voi non siete ..” niente”.