Con un’omelia molto spirituale, incentrata sul Vangelo del giorno, quello della morte di Gesù, Papa Francesco ha dato l’ultimo saluto a Benedetto XVI nel corso dei funerali che hanno richiamato decine di migliaia di persone davanti al sagrato di San Pietro.
I funerali del Papa emerito Benedetto XVI ieri hanno richiamato decine di migliaia di persone davanti al sagrato di San Pietro
“Siamo qui con il profumo della gratitudine e l’unguento della speranza per dimostrargli, ancora una volta, l’amore che non si perde; vogliamo farlo con la stessa unzione, sapienza, delicatezza e dedizione che egli ha saputo elargire nel corso degli anni”, ha detto Bergoglio riferendosi a Ratzinger.
Bergoglio ha ricordato il predecessore parlando di profumo di gratitudine e unguento della speranza
“È il Popolo fedele di Dio che, riunito, accompagna e affida la vita di chi è stato suo pastore”, ha aggiunto. “Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce”, ha concluso il Papa chiedendo di “affidare il nostro fratello alle mani del Padre: che queste mani di misericordia trovino la sua lampada accesa con l’olio del Vangelo, che egli ha sparso e testimoniato durante la sua vita”.
Non ci sono stati riferimenti invece, come qualcuno poteva attendere, sulla persona di Ratzinger o sul loro rapporto che era sempre stato contrassegnato da affetto e rispetto. Tuttavia Francesco ha riportato quattro passi pronunciati dal Papa emerito in passato: un brano dell’enciclica “Deus caritas est” del 2005, l’omelia di Benedetto nella Messa Crismale del 13 aprile 2006 e in due diversi passaggi l’omelia nella Messa di inizio del pontificato, il 24 aprile 2005.
Ad ascoltare, insieme alle molte autorità, due delegazioni ufficiali (quella italiane e tesesca) e altre informali, una folla di fedeli che alla fine del funerale ha scandito l’appello a fare Ratzinger “Santo subito”. Un sentimento dai più inatteso, visto il carattere timido e schivo del Papa emerito, che però ha fatto ugualmente breccia nei cuori della gente. Cinquantamila, un po’ meno delle previsioni iniziali, i partecipanti ai funerali.
In prima fila il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni. Poi i reali del Belgio e la regina madre Sofia di Spagna, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, ministri e rappresentanti di istituzioni di tutto il mondo. Per Benedetto in piazza San Pietro è arrivato anche l’ex premier Mario Draghi.
Papa Francesco è arrivato in piazza con la sedia a rotelle e ha concelebrato con 130 cardinali, circa trecento vescovi e 3700 sacerdoti. Alcuni porporati sono arrivati da lontano, il card. Joseph Zen, ultanovantenne, da Hong Kong, il card. Luis Sako dall’Iraq, il patriarca Bechara Rai da Beirut, solo per citare alcuni dei presenti.
All’arrivo del feretro in piazza San Pietro, trasportato dai sediari, proprio come si fa con i Papi, le campane hanno rintoccato a morto. Poi la folla si è sciolta in un lungo applauso. Quindi la celebrazione solenne ma sobria, che alla fine è stata contenuta in meno di un’ora e mezza. Poi il ritorno in basilica e quindi nelle Grotte vaticane per essere tumulato. L’omaggio alla tomba, che fu quella di Wojtyla, comincerà non prima di domenica.
Tumulato con la salma un documento che riporta la sua vita dalla statura di teologo alla lotta alla pedofilia
Con Benedetto XVI è seppellito il rogito, un documento che racchiude alcune informazioni sulla sua vita, dalla lotta alla pedofilia alla sua statura di teologo. Eccone una parte del testo. “Nella luce di Cristo risorto dai morti, il 31 dicembre dell’anno del Signore 2022, alle 9,34 del mattino, mentre terminava l’anno ed eravamo pronti a cantare il Te Deum per i molteplici benefici concessi dal Signore, l’amato Pastore emerito della Chiesa, Benedetto XVI, è passato da questo mondo al Padre.
Tutta la Chiesa insieme col Santo Padre Francesco in preghiera ha accompagnato il suo transito. Benedetto XVI è stato il 265° Papa. La sua memoria rimane nel cuore della Chiesa e dell’intera umanità. Joseph Aloisius Ratzinger, eletto Papa il 19 aprile 2005, nacque a Marktl am Inn, nel territorio della Diocesi di Passau (Germania), il 16 aprile del 1927.
Domenica 24 aprile 2005 iniziò solennemente il suo ministero Petrino. Benedetto XVI pose al centro del suo pontificato il tema di Dio e della fede, nella continua ricerca del volto del Signore Gesù Cristo e aiutando tutti a conoscerlo, in particolare mediante la pubblicazione dell’opera Gesù di Nazaret, in tre volumi. Dotato di vaste e profonde conoscenze bibliche e teologiche, ebbe la straordinaria capacità di elaborare sintesi illuminanti sui principali temi dottrinali e spirituali, come pure sulle questioni cruciali della vita della Chiesa e della cultura contemporanea. Promosse con successo il dialogo con gli anglicani, con gli ebrei e con i rappresentanti delle altre religioni; come pure riprese i contatti con i sacerdoti della Comunità San Pio X.
La mattina dell’11 febbraio 2013, durante un Concistoro convocato per ordinarie decisioni circa tre canonizzazioni, dopo il voto dei Cardinali, il Papa lesse la seguente dichiarazione in latino: «Bene conscius sum hoc munus secundum suam essentiam spiritualem non solum agendo et loquendo exerceri debere, sed non minus patiendo et orando. Attamen in mundo nostri temporis rapidis mutationibus subiecto et quaestionibus magni ponderis pro vita fidei perturbato ad navem Sancti Petri gubernandam et ad annuntiandum Evangelium etiam vigor quidam corporis et animae necessarius est, qui ultimis mensibus in me modo tali minuitur, ut incapacitatem meam ad ministerium mihi commissum bene administrandum agnoscere debeam. Quapropter bene conscius ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commisso renuntiare ita ut a die 28 februarii MMXIII, hora 20, sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet et Conclave ad eligendum novum Summum Pontificem ab his quibus competit convocandum esse».
Nell’ultima Udienza generale del pontificato, il 27 febbraio 2013, nel ringraziare tutti e ciascuno anche per il rispetto e la comprensione con cui era stata accolta la sua decisione, assicurò: «Continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre».