Massimo D’Alema denuncia un clima intimidatorio da parte dei sostenitori del “sì” al referendum. “Uno schieramento coeso anche abbastanza minaccioso. Capita di subire insulti”, ha affermato l’ex ministro degli Esteri. “Uno schieramento che ha iniziato la campagna minacciando, come se la libera scelta dei cittadini debba avvenire in un clima di paura e intimidazione e chi non condivide questa riforma costituzionale si debba sentire colpevole di spingere il paese nel baratro” , ha aggiunto durante l’iniziativa ‘Perché no’, che raccoglie personalità molto lontane tra di loro, ma unite dalla contrarietà alle riforme firmate Boschi-Renzi.
All’evento erano presenti parlamentari di spicco di Forza Italia, come Maurizio Gasparri, Anna Maria Bernini, Paolo Romani e Lucio Malan, e pezzi di sinistra dem, Massimo Mucchetti, Walter Tocci, Davide Zoggia e Danilo Leva, e il fondatore del movimento Possibile, Pippo Civati, ex compagno di palco di Renzi ai tempi della prima Leopolda, e l’ex magistrato, Antonio Ingroia. Ma non sono passati inossevati i leghisti Massimiliano Fedriga e Giancarlo Giorgetti.
D’Alema ha criticato aspramente la campagna del sì: “Cacciamo i politici come slogan del capo dei politici è inquietante. Il populismo dall’alto è molto più pericoloso del populismo del cittadino comune. E se si pensa di fermare i populisti con gli argomenti dei populisti, si finisce per aprire loro la strada”. Sugli effetti della riforma, l’ex premier ha argomentato: “Dicono che con la vittoria del No vogliamo aprire la strada a Grillo. Ma sono i sostenitori del Si’ che hanno consegnato Roma e altre citta’ a Grillo, con operazioni che resteranno scritte nei manuali della politica, per spiegare come non si fa la politica”.
Le dichiarazioni di D’Alema hanno subito trovato la pronta replica dei renziani. “Clima intimidatorio? E’ l’ultima trovata di D’Alema per alzare il livello della polemica ed evitare il confronto nel merito della riforma. Mantiene intatta la sua ironia. La barzelletta sulla miniriforma da fare in pochi mesi, quando non ne ha fatta mezza in 20 anni, e’ davvero molto divertente”, ha commentato il senatore del Pd, Andrea Marcucci. Critiche anche dal presidente dei deputati di Area popolare, Maurizio Lupi: “Quando i sostenitori del No invece di entrare nel merito della riforma parlano di minaccia alla democrazia, evocando un oscuro ‘blocco politico minaccioso’ , come ha fatto Massimo D’Alema oggi, siamo di fronte a segnali preoccupanti”.