L’abuso d’ufficio non è più un reato, “grazie” alle riforme varate dal governo per mano del ministro Carlo Nordio. E sono molti gli ammiratori pubblici, finiti sotto il faro delle procure italiane, che hanno tirato più di un sospiro di sollievo per la sua cancellazione. Tra questi, probabilmente, anche l’attuale governatrice dell’Umbria e ricandidata alle prossime regionali con il centrodestra, Donatella Tesei.
Tesei indagata da dicembre 2023
La presidente, infatti, nel dicembre del 2023 era stata iscritta dalla procura di Perugia nel registro degli indagati, insieme con l’assessora al Bilancio, programmazione europea e turismo, Paola Urbani Agabiti, proprio per un supposto abuso d’ufficio. Tuttavia il procuratore Raffaele Cantone nei giorni scorsi ha dovuto richiedere al Gip l’archiviazione del fascicolo. Archiviazione concessa perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”, scrive il Gip.
La vicenda riguardava un bando da 10.7 milioni di euro per la costituzione della filiera umbra del tartufo, emesso dalla Regione Umbria dopo la pandemia, che in parte sarebbe arrivato anche nelle casse dell’azienda del marito dell’assessore Urbani Agabiti. Società per la quale lavorerebbe anche il figlio di Tesei.
Sotto il faro dei pm un finanziamento da 4.8 milioni di euro
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, tra le cinque aziende vincitrici del bando, ci sarebbe stata anche la Urbani Agabiti, azienda di famiglia dell’assessore Agabiti (visto che suo marito ne è il proprietario) e dove la stessa assessora aveva lavorato. Non solo, per la Urbani Agabiti lavora anche uno dei figli della presidente Tesei, assunto a tempo indeterminato proprio nei mesi di apertura del bando. Alla società, Regione Umbria guidata da Tesei sono andati 4,8 milioni di euro.
Secondo la procura non vi sarebbero state irregolarità nell’assegnazione dei fondi, tuttavia la destinazione dei fondi sarebbe stata decisa dalla giunta all’unanimità, mentre Tesei e Agabiti avrebbero dovuto astenersi dalla votazione delle delibere. All’assessora era anche arrivato un invito a comparire, ma non è mai stata interrogata. A differenza del collega Roberto Morroni, assessore all’agricoltura e vicepresidente regionale, sentito come persona informata dei fatti.
Pioggia di milioni per il tartufo
Nelle carte della procura, gli inquirenti hanno ricostruito la genesi del bando “Cooperazione per la creazione e lo sviluppo di filiere corte nel settore della tartuficoltura”. La storia parte l’1 settembre 2021, quando la giunta regionale approva un nuovo riparto delle risorse finanziare assegnate dal Piano di Sviluppo Rurale.
Due settimane più tardi, con una nuova deliberazione, la giunta stabilisce di attivare programmi di investimento per tre filiere: tartufo, luppolo e olivo. Alla filiera del tartufo inizialmente vengono assegnati 4.4 milioni di euro, ma nei mesi successivi la “dote” salirà a 10.7 milioni.
“Tesei faccia chiarezza e spieghi ai cittadini umbri i contenuti dell’indagine”, scrive Thomas De Luca, coordinatore regionale Movimento 5 Stelle Umbria, “Spieghi, inoltre – prosegue l’esponente M5s – i motivi per cui non ha effettuato alcuna comunicazione alla comunità regionale inerente tale situazione. Avanzerò la richiesta formalmente al prossimo consiglio che sarà convocato il 5 novembre, in regime di prorogatio, per l’approvazione del bilancio consolidato”.
Secondo l’avvocato di Agabiti, Nicola Di Mario, “laddove non fosse stata disposta l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, la originaria e provvisoria contestazione di reato elevata a carico della dottoressa Paola Agabiti sarebbe risultata del tutto infondata sul piano giuridico”.
Tesei in corsa per la Regione
Tesei correrà per la riconferma alle elezioni del 17 e 18 novembre. Secondo il sondaggio Swg, sarebbe dietro alla candidata del centrosinistra (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Umbria Futura, Azione, Psi, +Europa e altre liste civiche) Stefania Proietti, che raccoglierebbe tra il 47% e il 51% delle intenzioni di voto, mentre Tesei (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Alternativa Popolare, Noi Moderati, Tesei Presidente e Udc) si attesterebbe in una forbice tra il 45,5% e il 49,5%. Un’elezione che si giocherà quindi per una manciata di voti. E sulla quale non peserà la vicenda giudiziaria appena conclusasi. Grazie all’abrogazione dell’abuso d’ufficio.