Che delusione l’Abruzzo. Speravo che dicesse basta a questi politicanti del malgoverno, ma purtroppo non è andata così.
Miriam De Fulgentiis
via email
Gentile lettrice, oggi La Notizia contiene vari approfondimenti sul voto, a partire dall’editoriale del direttore. Vorrei qui aggiungere solo un paio di osservazioni. La prima è che il non-merito è prevalso sul merito. E quando dico non-merito il pensiero corre a Marco Marsilio, riconfermato presidente grazie alla sua opera di esploratore, diciamo un nuovo Mr. Livingstone, quello che scoprì le cascate Vittoria e mappò il percorso del fiume Zambesi. Marsilio ha rimappato l’Abruzzo e ha scoperto che “si affaccia su tre mari”. Del resto era sostenuto da fior di intellettuali, come quel fine politologo venuto dal Nord, tale Salvini, che in comizio ha affermato: “Batteremo i comunisti, che mangiano gli arrosticini finti” (Santa Maiella, in che senso finti? Di plastica?). Costoro hanno stracciato il rivale Luciano D’Amico, un professore universitario, figlio di contadini, che ha speso una vita sui libri. Quindi ciarpame, vecchiume, roba da gettare in un dirupo come una vasca da bagno arrugginita. La seconda osservazione, meno faceta, riguarda l’astensionismo, il più alto di sempre, oltre il 50%. L’Abruzzo è una cartina di tornasole in questo. Ai partiti oggi si avvicina solo chi ha da curare interessi, affari, prebende. Gli altri ne sono delusi e se ne astengono. Quelli più colpiti dall’astensionismo sono i 5 Stelle, scesi dal 20% delle ultime regionali (e dal 18% delle politiche) a un misero 7%. È un esempio lapalissiano, che la dice più lunga di cento libri.
Inviate le vostre lettere a: La Notizia – 00195 Roma, via Costantino Morin 34 redazione@lanotiziagiornale.it