Leggo da La Notizia che il vertice Nato ha dichiarato “irreversibile” l’entrata dell’Ucraina nell’Allenza Atlantica. Ma allora è fatta? Come reagirà la Russia?
Marco Bellei
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Gentile lettore, non è fatta, tutt’altro. Dicendo che l’ingresso dell’Ucraina è “irreversibile”, i capi di governo della Nato si sono scordati di precisare in che data avverrà: domani, tra un anno, tra 100 anni o mai. La verità è che si tratta di un fraseggio retorico per ribadire che la soluzione della guerra non è un negoziato di pace bensì la sconfitta (impossibile) della Russia. Così dice Washington e così ripetono a pappagallo i suoi lacchè europei. In altre parole, è un nuovo rialzo del rischio sulla strada della catastrofe. Le spiego: la legge russa e quindi anche la dottrina militare russa prevedono l’uso dell’atomica solo se è minacciata la sicurezza della nazione. Ebbene, il portavoce del Cremlino Peskov ha detto: “L’Alleanza sta perseguendo uno dei suoi obiettivi principali: la soppressione della Russia. La Nato rappresenta una grave minaccia alla sicurezza della Russia”. La frase “minaccia alla sicurezza” non è usata a caso e ha implicazioni. Un personaggio influente come Medvedev, vice capo del Consiglio di sicurezza (il capo è Putin), ha rincarato la dose: “Mosca deve impegnarsi a far scomparire l’Ucraina”. Ora facciamo due più due: la legge consente l’uso dell’atomica se c’è una minaccia alla sicurezza e l’atomica è l’unico modo di far “scomparire” l’Ucraina. Tutto si tiene. Non sto dicendo che accadrà, ma sto dicendo che, se accadrà, sarà stata la Nato a fornire il movente militare-strategico del disastro.
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