“La verità giudiziaria per Santanchè arriverà, ma prima c’è un tema etico”. Parla la capogruppo M5S in commissione Giustizia della Camera, D’Orso

“La sua presenza, col carico di accuse che si porta dietro, offende le istituzioni e chi fa impresa rispettando le regole”

“La verità giudiziaria per Santanchè arriverà, ma prima c’è un tema etico”. Parla la capogruppo M5S in commissione Giustizia della Camera, D’Orso

Si potrebbero allungare i tempi del procedimento che vede la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, accusata di truffa aggravata all’Inps. L’esponente del governo Meloni ha infatti deciso di cambiare uno dei suoi difensori.

Valentina D’Orso, capogruppo M5S in commissione Giustizia della Camera, ritiene questa scelta di Santanchè di cambiare avvocato un’ultima trovata della ministra per prendere tempo?
“Di certo prendere tempo alla ministra conviene perché in caso di rinvio a giudizio – stando alle ultime dichiarazioni di Bignami – sarebbe accompagnata alla porta dai suoi stessi colleghi di partito. Per noi doveva lasciare il ministero nel luglio 2023, quando sono emersi particolari scabrosi su come ha trattato i lavoratori delle sue aziende e sul disinvolto utilizzo della cassa integrazione durante la pandemia. Inoltre, non va dimenticato il suo deprimente show in Parlamento, un centrifugato di bugie, omissis e ricostruzioni farlocche. Ricordiamo che Santanchè è già rinviata a giudizio per falso in bilancio. La verità giudiziaria arriverà a suo tempo, ma qui la questione etica e di rispetto per le istituzioni è gigantesca: far rappresentare il turismo italiano a un’imprenditrice accusata di aver truccato i conti delle sue aziende è un messaggio devastante verso chiunque faccia impresa rispettando le regole. Questa donna rappresenta una ‘macchia’ indelebile per le nostre istituzioni: la sua ostinazione a rimanere imbullonata alla poltrona è sconcertante”.

A proposito delle parole pronunciate dal capogruppo di FdI alla Camera Galeazzo Bignami, anche FdI la scarica o è una farsa, secondo lei?
“Fratelli d’Italia continua con i ‘se’, i ‘ma’ e i distinguo, vedremo se Bignami rappresenta la linea del partito, di certo fino a oggi FdI ha consentito a Santanchè di rimanere al suo posto e di creare ripetuti imbarazzi a tutto il governo. Gli esponenti del partito di Meloni, negli anni di opposizione, chiedevano dimissioni di ministri quotidianamente e per molto meno. La premier se ne è lavata beatamente le mani come Pilato. Un caso che conferma come in realtà Meloni sia ricattabile, in primis all’interno del suo partito, figuriamoci fuori. Si pensi ad esempio al caso Almasri. Ci avrebbe messo un attimo ad avvicendare Santanchè e a togliersi dall’impaccio, invece la ministra è ancora lì. Chissà perché”.

Oggi la sfiducia al ministro Carlo Nordio. Era proprio necessaria?
“A noi interessa inchiodare il ministro alle sue gravi responsabilità, denunciare i fallimenti e i disastri targati Nordio e svelare anche le ipocrisie e contraddizioni degli esponenti di Governo. Non dimentichiamo che il primo a sfiduciare il ministro è stato il suo sottosegretario Delmastro bocciando sonoramente la riforma della separazione delle carriere. Nordio sul caso Almasri ha mentito alla Camera e al Paese, dopo aver rimpatriato a spese degli italiani un trafficante di esseri umani accusato di stupri e altre nefandezze. Di che parliamo? Il presunto rafforzamento della maggioranza è politichese, le persone a casa giudicano l’operato dei ministri, se la maggioranza si compatterà pro forma – perché sappiamo tutti che litigano ogni giorno – per difendere Nordio, dimostrerà ancora una volta di essere un blocco di potere che protegge sé stesso e i suoi amici, ignorando la correttezza e le esigenze delle persone che chiedono ci si occupi dei loro problemi quotidiani”.

Nordio ha ammesso che la questione delle sanzioni ai magistrati che manifestano idee politiche sia oggetto di riflessione.
“Non ci stupisce, la sua è un’ossessione: vuole indebolire, intimidire e immobilizzare la magistratura. Ogni volta che commenta provvedimenti della magistratura, conclude sventolando la promessa di andare fino in fondo con la separazione delle carriere, a dimostrazione del fatto che quel provvedimento serve a ‘punire’ i magistrati, ‘colpevoli’ di far rispettare la legge in modo autonomo e indipendente, e a collocare le procure sotto le direttive del governo, come ha candidamente detto anche Delmastro”.

Giorni fa la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Si sta facendo abbastanza per combattere le mafie?
“Tutt’altro. Con la riforma dell’ergastolo ostativo il governo Meloni ha reso più conveniente l’omertà rispetto alla collaborazione con la giustizia, favorendo così la vecchia mafia militare che custodirà i suoi indicibili segreti, e con una sfilza di provvedimenti salva-colletti bianchi ha spianato la strada alla nuova mafia affarista”.