In pochi conoscono a fondo l’intera stagione azzurra e le grane giudiziarie dell’ex premier come Antonio Di Pietro, che si è confrontato con tali vicende prima da pm e poi da leader politico. Il simbolo di Mani Pulite, bersaglio principale di chi a difesa del Cav ha accusato la magistratura di un uso politico della giustizia, ha studiato a fondo i procedimenti che hanno riguardato Silvio Berlusconi e non ha mai fatto un passo indietro sulle battaglie avviate quando era il magistrato più noto della Procura di Milano.
Onorevole Di Pietro, può un audio ora cancellare anni e anni di inchieste e processi, con una guerra costante tra politica e magistratura durante il ventennio berlusconiano?
Rispetto a quell’audio sono offeso come cittadino e come magistrato. Per prima cosa sono offeso per quello che ha fatto il giudice, se davvero lo ha fatto, visto che non ho sentito ancora nessuno certificare che quella sia la sua voce. Ma ripeto, se il giudice ha avuto un tale comportamento, lo trovo odioso. Non puoi scrivere male una sentenza e poi andare dal condannato a giustificarti con lui. Sono poi offeso per il comportamento di Berlusconi e dei suoi portaborse, perché tenere nascosta una registrazione del genere e tirarla fuori solo quando l’interessato è morto e non si può così ricostruire cosa è successo veramente, lo trovo un comportamento grave e anche intimidatorio.
Non ha dubbi insomma sulla correttezza della sentenza di condanna.
Ritengo che per quanto riguarda Berlusconi i fatti, sul piano della responsabilità penale, sono costruiti sulla pietre in sentenze penali passate in giudicato e non suscettibili di revisione.
Stupito dal fatto che l’audio sia saltato fuori solo adesso, o meglio dalla mossa del Cav?
Assolutamente no. Berlusconi con questo comportamento non rivela nulla di nuovo nel suo modo di comportarsi rispetto alla giustizia. Da sempre ha utilizzato un doppio binario, cercando prima di ammiccare al proprio giudice e poi di eliminarlo.
Parla per esperienza diretta?
La prova sono io. Prima ha cercato di portarmi nel suo governo e poi, tramite i suoi collaboratori, ha messo in piedi una marcata azione di delegittimazione, come dimostrano del resto le sentenze di Brescia e le condanne per diffamazione nei miei confronti.
Nessuna persecuzione dunque di Berlusconi da parte dei giudici, mai?
Di persecuizone si tratta, ma non con Berlusconi vittima, bensì con lui che al posto di affrontare la giustizia nelle aule di tribunale ha compiuto una persecuzione continua del ruolo della magistratura, trasformando azioni giudiziarie in azioni politiche e spaccando il Paese, soltanto perché non ha il coraggio di affrontare i Tribunali.
Converrà però che vicende come quelle di Palamara non danno molto smalto alla giustizia.
La magistratura è un potere dello Stato e le associazioni sindacali si fanno per difendere il potere e non per cercare consensi. Quando dicono Palamara a me viene sempre voglia di rispondere Palamara chi? Quello intercettato o tutti quelli che non hanno intercettato?. a suo tempo nessun collega mi ha difeso perché mai ho fatto parte di correnti. Per difendere i magistrati basta la Costituzione.