Per carità: non c’è ombra di dubbio che l’elezione di Elly Schlein rappresenti una potenziale svolta nel corso della storia del Partito democratico. Dopo anni passati a comprendere in che modo potessero mediare l’anima figlia dei Ds e quella evoluzione della Margherita, finalmente si è compreso che non si poteva più andare avanti col solito andazzo di battaglie riformiste annunciate e poi canonicamente tradite perché avrebbero scontentato l’ala più democristiana del Pd.
Finora a parte gli annunci a reti unificate dal Pd non è arrivata alcuna proposta innovativa. Ma i giornali spacciano la Schlein come l’unica anti-Meloni
Come spesso accade nel corso della storia politica, nel momento in cui a governare è un partito di destra, anche l’opposizione tende a radicalizzarsi. Sarà anche per questo, forse, che è effettivamente ampio lo spazio e il credito dati alla Schlein. Quasi come se gran parte dei grandi giornali pensassero che sia lei l’unica alternativa possibile a Giorgia Meloni. O Schlein o Meloni. Tertium non datur. Sarà anche vero (i fatti oltre le parole per ora latitano), ma è altrettanto vero che i giornali si sono del tutto dimenticati di chi agli annunci ha fatto seguire azioni concrete. Parliamo, cioè, del Movimento cinque stelle.
C’è da dire, a onor del vero, che non è una novità che i pentastellati non sono presenti sui media più roboanti. Se durante i governi Conte1 e Conte 2, tutti erano pronti ad attaccare i Cinque stelle, ora che all’opposizione c’è proprio il Movimento, quasi nessuno dà seguito alle battaglie che pure i pentastellati provano a portare avanti. Uno degli esempi più lampanti riguarda il salario minimo. Argomento, questo, scomparso per mesi dai radar dell’attenzione mediatica e tornato d’attualità dopo che è emerso che potrebbe essere uno dei temi di cui anche la Schelin si farà portavoce. Il punto, però, è che bisogna capire in che modo.
Ed è curioso che nessuno dei grandi media si sia posto questa domanda, la più naturale di tutte. Al momento, infatti, l’unica forza che ha fatto seguire all’annuncio anche una proposta concreta è, ancora una volta, il Movimento cinque stelle. Il disegno di legge, in questo caso, prevede come noto una soglia minima fissata a 9 euro lordi l’ora. Insieme a questa risultano depositate due proposte di legge del Pd in cui, però, non viene indicata una soglia minima legale. Così non si risolverebbe il problema. In questo modo, per fare un esempio, il salario minimo previsto dal Ccnl della vigilanza privata continuerebbe a rimanere di 4,6 euro lordi l’ora. In sintesi: sfruttamento, non lavoro.
Conte ha da sempre sottolineato l’esigenza di trovare un’altra strada per portare realmente alla fine del conflitto in Ucraina
Altro delicato tema su cui il Pd deve dimostrare ancora da che parte stare è quello del conflitto militare in corso in Ucraina e, nella fattispecie, dell’appoggio militare – oltreché umanitario – a Kiev. Le posizioni, come noto, sono distinte e distanti tra Pd e Movimento cinque stelle. Finora i dem sono stati convinti sostenitori dell’appoggio anche militare a Kiev; Giuseppe Conte invece ha da sempre sottolineato l’esigenza di trovare un’altra strada, diplomatica, per portare realmente alla fine del conflitto che invece, secondo i pentastellati, con l’invio di armi verrebbe solo alimentata.
Al momento la Schlein, verosimilmente anche per non toccare più di tanto gli equilibri interni tra le varie anime dem, pare non intenzionata a “rivoluzionare” la canonica posizione del Pd. Certo è, però, che una svolta in questo senso aiuterebbe lo stesso Partito democratico a riavvicinare gli elettori più a sinistra, i pacifisti, coloro dunque che ritengono che la strada “interventista” non sia la più idonea. Parliamo di elettori che hanno avuto nel solo Movimento un interlocutore affidabile. Alla faccia del Pd.