Si chiude un anno d’oro per i telegiornali generalisti che ottengono quasi tutti un aumento di ascolti consistente, considerando la serrata concorrenza del web, delle tv piccole o locali e della fisiologica parcellizzazione. Certo, è stato un anno eccezionale e assolutamente irripetibile (speriamo, visti i tragici fatti accaduti…), ma che comunque ha confermato lo stato di salute della tv mainstream. E non era affatto scontato questo successo perché durante il periodo di crisi, in particolare in marzo e in aprile, quindi in pieno lockdown, sono anche aumentati esponenzialmente i giornali e i siti di news online, che hanno visto i loro bacini crescere di due se non di tre cifre percentuali. Tuttavia, come spiega Carlo Gorla, membro della direzione di NewsMediaset, la centralità della tv generalista è passata attraverso l’informazione e questo in piena era internet e nonostante il succitato boom di fruizione digitale di questi mesi.
In marzo 2020, infatti, si è arrivati a un ascolto medio nelle 24 ore di 15.416.000 individui mentre in marzo 2019 era di 10.605.000 utenti; nel ‘prime time’, marzo 2019 registrava 25.301.000, marzo 2020 addirittura 31.310.000; infine, la fascia 12:00-15:00 a marzo 2019 la media era di 13.188.000 spettatori, a marzo 2020 è stata di 21.568.000. Prendendo in considerazione i periodi settembre 2019 – giugno 2020 vs settembre 2018 – giugno 2019, secondo OmnicomMediaGroup, tutte le testate generaliste hanno avuto un notevole aumento in termini di ascolti. Partiamo dal TG1 diretto da Giuseppe Carboni. L’edizione delle 13.30 nell’ultima stagione ha tenuto una media di 4.045.000 spettatori e del 22,8% di share: rispetto alla stagione precedente, +20% di audience e +1% di share. L’edizione delle 20.00 ha invece avuto in media 5.719.000 spettatori e il 23,9% di share: +14% di audience e +0,8% di share.
Il TG2 di Gennaro Sangiuliano alle 13.00 ha totalizzato 2.328.000 spettatori di media col 14,2% di share, aumentando l’audience di ben il 9% e restando in linea con lo share. L’edizione delle 20.30 ha avuto invece 1.840.180 utenti collegati (+10%) con share del 7,2% (stabile). Il TG3, in mano ora a Mario Orfeo ma fino al 15 maggio 2020 diretto da Giuseppina Paterniti, nell’edizione di mezzogiorno ha fatto registrare 2.033.803 ascoltatori medi, aumentando il bacino addirittura del 22%, e uno share del 12,5% (+1,2%); alle 19.00 gli spettatori medi sono stati 2.280.000, con un ottimo +24%, e share del 12,1% (+1%). La TGR ha ottenuto i maggiori indici di aumento in casa Rai. La testata guidata da Casarin e Pacchetti ha infatti totalizzato 3.001.000 spettatori nell’edizione delle 14.00, con una crescita del 24%, e il 17,6% di share (+1,8%); la media dell’edizione serale è stata invece di 3.079.000 individui, con un notevole +27%, e share del 14,3% (+1,9%).
Incrementi importanti anche per Mediaset, a partire dal TG5 di Clemente Mimun: nell’edizione delle 13.00, media di 3.410.000 spettatori (+19%) e 20,5% di share (+0,7%); alle 20.00, 4.779.000 spettatori medi (+16%) e 19,8% di share (+1%). Studio Aperto, diretto da Andrea Pucci (nella foto), è il tg che in assoluto ha avuto le crescite maggiori in termini percentuali: l’edizione delle 12.30, con una media di 1.720.000 utenti, ha avuto un aumento dell’audience del 28% (share 12,7%; +1%); quella delle 18.30 ha fatto ancor meglio, salendo del 29% grazie ai 942.000 spettatori medi (share 6%; +0,6%). Il TG4, sempre guidato da Pucci, è salito del 13% nell’edizione meridiana, con 412.000 individui (share 3,7%, in linea col precedente), mentre ha avuto un balzo del +20% nella nuova edizione delle 19.00, vista mediamente da 723.000 persone (share 3,9%, stabile). Chiudiamo col TG La7, di Enrico Mentana, in buona risalita alle 13.30 col +16% nell’audience (729.000 spettatori medi) e share in linea (4,2%); l’edizione principale, quella delle 20.30, con 1.312.000 utenti medi sale del 6% mantenendo stabile lo share (5,4%).