Il Tg cadetto di Mamma Rai è diretto da Gennaro Sangiuliano dal 31 ottobre 2018. Rispetto a chi l’ha preceduto, l’attuale direttore – che è anche un saggista di successo autore di biografie su importanti statisti del nostro tempo come Vladimir Putin, Hillary Clinton e Donald Trump ma anche di libri sul federalismo e sulla comunicazione mediatica – ha parecchio movimentato la testata conferendo un’identità politico-culturale a volte discussa ma indubbiamente nuova, che ha impattato sulla qualità della platea televisiva.
Secondo i dati forniti dalla multinazionale OmnicomMediaGroup, nel periodo settembre – ottobre, il Tg2 raggiunge in media, nell’edizione delle 13:00, circa 1,9 milioni di spettatori per uno share pari al 14-15% durante la settimana, che scende nel corso del weekend per totale mancanza di traino, abbassando la media al 13%. Nell’edizione serale delle 20:30, invece, gli ascoltatori medi si aggirano attorno a 1,5 milioni (share del 7.0%), in una fascia proibitiva attaccata da mostri come Striscia la Notizia su Canale 5 e I soliti ignoti di Amadeus su Rai Uno.
Nella composizione d’ascolto, le due edizioni del TG2 presentano dati leggermente diversi tra loro. L’edizione delle 13:00 ottiene una quota femminile decisamente più elevata rispetto a quella maschile (56% femmine vs 44% maschi) con un ascolto fortemente concentrato sugli over 45. Significativa, in termini di share, risulta essere la quota di laureati, pari al 17% circa del totale. Le regioni con dati superiori alla media sono la Toscana, l’Umbria, la Puglia e la Calabria, a differenza di regioni quali Sicilia e Campania dove si registrano share inferiori alla media.
L’edizione serale mostra invece maggior equilibrio tra uomini e donne (51% femmine vs 49% maschi) con l’81% dell’audience che ha più di 45 anni. Anche in questo caso il bottino presso il target dei laureati, pari al 10% circa, è consistente e si è consolidato, grazie soprattutto ai parecchi nuovi innesti di Sangiuliano e alla scelta dei temi giusti e d’appeal per questo tipo di pubblico. Sempre in termini di penetrazione, le regioni del centro (ormai ex rosse) riportano i dati d’ascolto maggiori, a differenza di alcune regioni del sud.
Infatti, aree quali Lazio e Marche fanno registrare dati leggermente al di sopra della media mentre Campania (curiosamente, date le origini partenopee del direttore), Calabria e Sicilia riportano risultati d’ascolto sotto la media. Spulciando fra le analisi di OmnicomMediaGroup, si scopre che si sta facendo largo anche il “Tg2 Post”, che nonostante l’agguerritissima concorrenza dell’access prime time, riesce a ritagliarsi giorno per giorno uno spazio molto importante con share vicini anche al 5%.