La tv, ma non solo, è una straordinaria vetrina per il talento giornalistico femminile. Sono tantissime le donne nei ruoli di conduttrici, inviate e giornaliste che si sono fatte strada sul piccolo schermo. Possiamo citarne solo alcune, facendo torto a tante altre: pensiamo a Monica Maggioni, per lungo tempo icona del Tg1 – soprattutto come inviata all’estero – e in seguito presidente della Rai per tre anni; oppure Lucia Goracci, volto di TGR Sicilia prima, inviata del Tg2 e conduttrice del Tg3 poi e attualmente inviata all’estero di punta di Rainews24; e che dire poi di Gabriella Simoni, inviata speciale di Mediaset che in passato è stata prigioniera del regime di Saddam Hussein durante la Guerra del Golfo e, successivamente, insignita dal presidente Ciampi del titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica per il coraggio dimostrato nel corso della sua carriera.
Impossibile non ricordare anche Maria Grazia Cutuli, un’altra corrispondente in prima linea che purtroppo ha perso la vita in Afghanistan mentre adempiva alla propria missione di giornalista al fronte e alla cui memoria sono intitolati diversi premi giornalistici. Ma le donne piacciono al grande pubblico anche come conduttrici e, in questa veste, oggi popolano il palinsesto in maniera massiccia. Perché le donne funzionano? Di base la donna è più rassicurante e meno aggressiva – si dice – ed è vero. Come osserva sempre il taurianovese Agostino Saccà, ex direttore generale della Rai, difficilmente in tv si può fingere, la gente a casa se ne accorge. E l’anima delle donne è più bella e più nobile di quella degli uomini, abituati al potere e alle sue manipolazioni da millenni. Non che tutte siano delle sante, certo, ma la mediazione femminile nella lettura della realtà dei fatti appare più immediata e diretta.
Per questo il pubblico apprezza così tanto le donne in video: appaiono meno arroganti e più umane. Questo non vuol dire che non siano figure forti: si pensi a conduttrici dal forte mordente come Serena Bortone (nella foto) e Bianca Berlinguer, ad esempio. Tuttavia, nonostante si siano distinte in tutti i settori informativi, le direttrici di rete e di telegiornali si contano sulle dita di una mano. Per fortuna ci sono importanti eccezioni e su questo punto bisogna ammettere che la Rai ha dato un segnale importante, anche se Teresa De Santis alla guida di Rai Uno, ad esempio, è molto contestata. Prima c’era stata la felice esperienza di Tinny Andreatta, signora della Fiction.
Alla guida del Tg3, invece, c’è Giuseppina Paterniti. Dopo anni di corrispondenze autorevoli partecipando ad alcuni degli eventi internazionali e italiani più importanti degli ultimi decenni, dirige un telegiornale in ascesa in termini di ascolti, non puntando su facili escamotage bensì su temi forti e dal grande valore civile come la lotta alla mafia. Insomma, anche da qui, offrendo spazio a donne forti e competenti la Rai ha dato un segnale forte e chiaro, ma a nostro avviso fin troppo sottovalutato per dare spazio a polemiche politiche. Le donne sono brave a fare le giornaliste, hanno capacità professionali pari agli uomini e soprattutto sanno fare anche le manager. Senza dubbio dovrebbero essercene di più nei ruoli di vertice televisivi.