“Leggo e vedo strumentalizzazioni di ogni nei miei confronti. Da ministro avrei potuto usufruire di un alloggio di rappresentanza (ASIR). Non l’ho chiesto. Ho deciso di usufruire di un alloggio di servizio, come qualsiasi altro militare. E’ tutto perfettamente regolare. Nessuna legge è stata violata e sono pronta a sporgere querela verso chi dice il contrario. Si vuole per forza colpirmi e, d’accordo, ci sono abituata, affronterò anche questa”. E’ quanto scrive su Facebook l’ex ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, a proposito dell’alloggio della Difesa dove attualmente risiede insieme al marito, anche lui ufficiale dell’Esercito.
“Vorrei però capire – aggiunge la Trenta – dove sarebbe la mia colpa. E’ per caso mio marito la colpa? Perché sì, come molti sanno, oltre ad essere io una militare ho anche un marito soldato. E’ questa la colpa? E’ una colpa essere sposata con un uomo che ha giurato al Paese come ho fatto io stessa? Se mio marito ha diritto a quell’alloggio dove sarebbe la questione di opportunità politica? O mi sarei dovuta separare da lui? per far felice chi? Oggi ci troviamo di fronte a una montatura mediatica senza precedenti, che ha dei precisi mandanti. Gli stessi che ieri hanno diffuso un documento interno alla nostra intelligence sul mio conto. Vi invito ad aprire gli occhi. La mia coscienza è a posto. Se qualcuno pensa di intimorirmi – aggiunge l’ex ministro della Difesa – ha capito male. Quella casa è stata attribuita a mio marito con una procedura regolare”.
“Questa cosa dal mio punto di vista non è accettabile – ha commentato il leader M5S, Luigi Di Maio – ha smesso di fare la ministra due mesi fa, ha avuto il tempo per lasciare la casa, è bene che ora la lasci e se il marito in quanto militare ha diritto ad un alloggio può fare domanda e lo otterrà. Questa cosa fa arrabbiare i cittadini e anche noi perché siamo quelli che si tagliano gli stipendi”.
“Le spiegazioni di Elisabetta Trenta – scrive, invece, il Blog delle Stelle -, a proposito dell’assegnazione dell’appartamento al marito, non sono sufficienti. I nostri valori sono incompatibili con l’intenzione di mantenere l’appartamento. Ci sono soldati e militari che hanno davvero bisogno di un alloggio e non è il caso di Elisabetta Trenta e del marito. Questa situazione è inaccettabile anche per il lavoro che i nostri parlamentari e attivisti portano avanti da anni in tema di Difesa”.