La sentenza sulla trattativa Stato-mafia irrompe prepotentemente sulle trattative di Governo. La condanna a 12 anni per Marcello Dell’Utri e le parole del pm Nino Di Matteo (“prima si era messa in correlazione Cosa nostra col Silvio Berlusconi imprenditore, adesso questa sentenza per la prima volta la mette in correlazione col Berlusconi politico”) scatenano i Cinque Stelle. “#Trattativastatomafia: Dell’Utri condannato a 12 anni. Dell’Utri è colui il quale trattava con Cosa Nostra durante il governo Berlusconi. C’è bisogno di altro per spiegare che Berlusconi è una persona che deve sparire dalla scena politica nazionale?” twitta il deputato grillino Carlo Sibilia.
#TrattativaStatoMafia : DELL’UTRI e condannato a 12 anni.
Dell’Utri è colui il quale trattava con Cosa Nostra durante il governo Berlusconi.
C’è bisogno di altro per spiegare che Berlusconi è una persona che deve sparire dalla scena politica nazionale?— carlo sibilia (@carlosibilia) 20 aprile 2018
“Ora il Caimano sarà ancora più nervoso”, gli fa eco su Facebook Alessandro Di Battista. Mentre per il candidato premier dei pentastellati, Luigi Di Maio, “con le condanne di oggi (ieri, ndr) muore definitivamente la Seconda Repubblica. Grazie ai magistrati di Palermo che hanno lavorato per la verità”. È solo il culmine di un’altra giornata al cardiopalma, cominciata con la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati (FI), salita al Quirinale per riferire in merito al mandato esplorativo affidatole da Sergio Mattarella e conclusosi in modo fallimentare. “Ci sono stati spunti di riflessione politica – ha detto la Casellati dopo il colloquio col capo dello Stato –. Sono certa che il presidente saprà individuare il percorso migliore da intraprendere”. Almeno fino a lunedì comunque non si muoverà foglia, visto che il Colle ha deciso di prendersi due giorni di tempo per riflettere sui prossimi passi. Di certo, le possibilità di un Esecutivo che inglobi tutto il Centrodestra e il M5s sono ormai sotto zero. Al punto che, non avendo più nulla da perdere, all’ora di pranzo dal Molise Berlusconi ha messo il carico da 90. “I Cinque Stelle sono un pericolo per il Paese, non sono un partito democratico. Sono il partito dei disoccupati. A Mediaset pulirebbero i cessi”.
Come se non bastasse, il Cav ha agitato lo spettro del possibile coinvolgimento del Pd. “Penso a un governo di Centrodestra che guardi al gruppo Misto e ad alcuni esponenti del Pd – ha affermato il leader di FI –. Su questo punto la penso molto diversamente da Meloni e Salvini”.
A stretto giro, ecco la puntuta replica del segretario del Carroccio: “Io voglio fare un Governo che rappresenti quello che gli italiani hanno votato poco tempo fa. Lo voglio fare partendo da una coalizione che ritenevo e ritengo compatta. Se qualcuno se ne tira fuori insultando e guardando a sinistra la scelta è di questo qualcuno”. Prima di aggiungere: “Con Di Maio mi sono messaggiato padiglione per padiglione (Salvini era al salone del Mobile di Milano, ndr), col M5s ostinatamente e testardamente proverò fino in fondo a trovare un accordo sui fatti”. Il forno tra ‘Matteo’ e ‘Luigi’ insomma resta caldo, adesso i grillini si aspettano lo ‘strappo’ definitivo tra Lega e FI. E la chiusura dei dem al Cav fa pensare che lunedì, dopo le Regionali in Molise, il Governo giallo-verde possa iniziare a muovere i primi passi.