Il flop del Fertility day non ha convinto la ministra della Salute. Beatrice Lorenzin ha infatti rivendicato di aver “spezzato un tabù”, portando il tema della fertilità al centro del dibattito politico. Incurante delle critiche, che hanno portato alla chiusura del sito dedicato al progetto, in un’intervista a La Stampa ha respinto l’accusa di “campagna offensiva”. “Si affronta il tema della salute riproduttiva, si fa prevenzione e si propongono percorsi terapeutici per chi ne ha bisogno”, ha affermato Lorenzin. “A chi polemizza dicendo che dovremmo occuparci di rendere accessibile la procreazione per le coppie sterili, faccio presente che ho inserito la fecondazione assistita tra i servizi gratuiti, così come gli screening”, ha aggiunto. E addirittura ha rivendicato: “Almeno, rispetto alle solite campagne ministeriali che nessuno ricorda, hanno avuto il merito di accendere l’attenzione sul tema”
La difesa riguarda anche le scelte di comunicazione: “Quando ho visto le cartoline, a me non hanno fatto una cattiva impressione. Anche perché sul retro ci sono tabelle e dati che spiegano e informano”, ha sostenuto Lorenzin. Anche se ha lasciato una porta aperta a eventuali modifiche: “Se non funzionano, abbiamo ancora il tempo di cambiarle”.
Polemica politica
La campagna del Fertility day è stato tema di scontro politico. “Ma la Beatrice Lorenzin che promuove il #FertilityDay, è la stessa ministra che fa parte di un governo che, col Jobs Act, ha contribuito a peggiorare la vita di centinaia di migliaia di giovani?”, ha affermato il deputato di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. “Ed è la stessa componente di un governo il cui presidente del consiglio respinge l’idea di reddito di cittadinanza perché ‘assistenzialistico’?”, ha aggiunto, concludendo: “Di grazia, la ministra Lorenzin pensa che la ragione per la quale in questo Paese non si fanno figli abbia a che fare con la fertilità o ha a che fare con il furto di presente e di futuro delle giovani generazioni?”. Duro l’attacco anche dal Movimento 5 Stelle: “5 mila donne hanno perso il loro impiego e altre 52 mila hanno perso le speranze di trovarne uno. Sono dati ufficiali Curioso che poi pe orquesto governo l’acqua non sia un bene comune ma la procreazione sì”.
Pure dal Pd è arrivata una presa della distanze. “La campagna di comunicazione è stata tutta sbagliata, colpendo comprensibilmente tantissime sensibilità. Esiste un problema di denatalità in Italia ma è una questione molto delicata e complessa per racchiuderla in slogan maldestri”, ha detto la deputata dem, Liliana Ventricelli. Il capogruppo di Area popolare alla Camera, Maurizio Lupi, ha provato a difendere la collega di partito: “L’ironia sul Fertility Day scatenatasi sui social è decisamente fuori luogo. Accusare il ministro Beatrice Lorenzin di considerare le donne come fattrici è ingiusto e senza vere ragioni se non quelle di un pregiudizio ideologico che non tien conto dei dati drammatici della natalità nel nostro Paese”.