La tensione, come era prevedibile, è tornata ai livelli di guardia a Rosarno. Lamorte di Sekine Traore, 27enne originario del Mali, avvenuta dopo che un carabiniere gli ha sparato reagendo a un’aggressione, ha scatenato le ire di molti migranti presenti nella tendopoli di San Ferdinando, allestita nel paese in provincia di Reggio Calabria. La maggior parte di loro lavora nei campi per la raccolta delle arance. E la notizia dell’uccisione di uno di loro è stata appresa a tarda sera.
Il corteo è stato promosso dall’associazione “Il Cenacolo”, che si occupa di aiutare i migranti. Una scritta: “Non siamo assassini. In sette contro un uomo solo, dove sta la preparazione della polizia italiana”, ha rivendicato l’innocenza degli ospiti della tendopoli.
“Siamo qui per lavorare e per mangiare. I carabinieri devono venire per mettere pace e non per uccidere”, ha raccontato uno dei migranti.
Tra le persone presenti alla manifestazione c’era anche Amadou Traore, il fratello di Sekine, che ha contestato la versione ufficiale, secondo cui i carabinieri sarebbero stati aggrediti quando sono intervenuti per sedare una colluttazione tra lo stesso Sekine e un altro ospite della tendopoli. Amadou Traore, insieme agli altri migranti, chiede “giustizia” e non vendetta. Ma sostiene che da parte del carabiniere “c’è stato un eccesso di legittima difesa”. La Procura di Palmi sta comunque portando avanti l’inchiesta per chiarire l’esatta dinamica dei fatti.
La polemica politica
Sul caso si è espresso anche il leader della Lega, Matteo Salvini. “Il carabiniere si è difeso”. E, dopo la manifestazione dei migranti, ha detto di essere “senza parole” per le proteste. Mentre da Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni, è arrivato un preciso atto di accusa. “Le responsabilità dell’accaduto sono tutte di Renzi e Alfano e delle loro scellerate politiche sull’immigrazione: stipare migliaia di persone in tendopoli e lasciarle vivere come animali non è accoglienza ma è da criminali, ha detto l’ex vicepresidente della Camera.
Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha ricordato come “da anni si assiste alla fuga dello Stato che lascia prosperare veri e propri lager in cui si accumulano stranieri trattati con paghe da fame per attività agricole”. E l’esponente azzurro ha ammesso: “Sotto ogni tipo di governo queste situazioni sono state tollerate”. Quindi c’è stata la richiesta di “ripulire quelle zone. Non c’è solo l’immigrazione clandestina ma anche la criminalità contro la quale la lotta deve essere sempre più decisa e coraggiosa”.