di Alessandro Ciancio
Se le indiscrezioni apparse in questi giorni troveranno conferma nel testo ufficiale della legge di Stabilità, la Tasi (la nuova tassa sugli immobili) colpirà le abitazioni principali più modeste. Più precisamente, la Tasi sulle abitazioni popolari sarà più cara rispetto all’Imu sulla prima casa pagata nel 2012. Più in generale, la nuova tassa rischia di penalizzare i proprietari che maggiormente beneficiavano dell’abbattimento dell’Imu grazie alla detrazione base (200 euro) e quella ulteriore di 50 euro per ogni figlio residente.
Lo sostiene l’ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha preso in esame alcune tipologie abitative come le A2 (civili), le A3 (tipo economico) e le A4 (tipo popolare). «In attesa di poter consultare il testo ufficiale della legge di Stabilità – dichiara il segretario Giuseppe Bortolussi – dall’analisi delle bozze pare di capire che la Tasi gravante sulle abitazioni più modeste potrebbe essere più onerosa dell’Imu. Se questa situazione dovesse trovare conferma dalla versione ufficiale del provvedimento, chiediamo alla politica di intervenire per correggere il tiro. Sarebbe una vera e propria beffa se fossimo costretti a rimpiangere l’Imu».
Per dimostrare la sua tesi, la Cgia di Mestre ha realizzato diverse simulazioni. Per una casa di tipo popolare (categoria A4, pari a circa il 17% del totale delle unità abitative), la Tasi dovrebbe essere in ogni caso più onerosa della vecchia Imu. Come mai? Per il semplice motivo che la detrazione base di 200 euro era sempre superiore all’importo dell’Imu potenzialmente dovuta. Anche per le prime case di tipo economico (categoria A3, il 36% del totale), la Tasi dovrebbe avere un impatto economico quasi sempre superiore rispetto all’Imu 2012. Solo nei casi in cui il Comune applicasse un’aliquota Tasi inferiore all’1,5 per mille e i proprietari non abbiano dei figli, la nuova imposta sarebbe vantaggiosa: diversamente, in tutti le altre situazioni, la nuova Tasi sarà un ulteriore balzello per i proprietari.Infine, per le abitazioni di tipo civile di maggior pregio rispetto alle altre due tipologie fin qui considerate (categoria A2, il 35% del totale) la Tasi dovrebbe essere più conveniente dell’Imu nei casi in cui non vi siano figli. Diversamente, il vantaggio rispetto alla vecchia imposta municipale si riduce progressivamente all’aumentare delle aliquote Tasi e al crescere del numero di figli. Insomma, non c’è davvero di che essere ottimisti. Finirà che dovremo davvero rimpiangere l’Imu?