La Sveglia

La strategia di guerra a Gaza, dichiarazione di morte differita

In un anno e mezzo di guerra a Gaza, Israele non ha soltanto cancellato vite: ha accorciato il futuro. Secondo uno studio pubblicato su The Lancet, l’aspettativa di vita dei palestinesi è crollata: meno 51,6% per gli uomini, meno 38,6% per le donne.

Dietro i grafici ci sono i volti. Ci sono bambini che muoiono di fame a pochi chilometri da dove il mondo si interroga sulle calorie delle diete occidentali. C’è il latte che non esiste più, il pane che costa dieci volte tanto, l’acqua che non disseta ma ammala. Il cibo si misura in cucchiai di fagioli, quando c’è. Quando non c’è, si strappa l’erba ai margini delle strade, come raccontano le madri di Gaza.

Uno studio separato pubblicato nel febbraio 2025 ha stimato che il numero reale dei morti è stato sottovalutato del 41%, portando il bilancio effettivo vicino a 64.620 vittime, contro i 37.877 dichiarati dal Ministero della Sanità palestinese.

Ci sono donne che partoriscono in ospedali devastati, senza acqua, senza energia elettrica, senza nulla che somigli a una speranza. Alcune perdono il bambino in marcia, inseguite da cani addestrati a terrorizzare.Ci sono medici che non salvano più nessuno perché gli ospedali sono diventati bersagli. Oltre il 90% delle strutture sanitarie è stato distrutto. 

Il blocco degli aiuti, la distruzione dell’agricoltura, l’interruzione dell’acqua potabile, la fame usata come arma: ogni scelta compiuta contro Gaza non ha solo effetti immediati. È una dichiarazione di morte differita. Non basteranno cessate il fuoco di facciata né commozioni posticce a cancellare l’evidenza: a Gaza si è scientificamente bombardato anche il futuro.