Adrian Carambula e Alex Ranghieri. Una coppia strana ma vincente. Uno tira palle in cielo l’altra è un muro impressionante. Perché se mentre guardate la partita degli Azzurri del beach volley la palla dovesse sparire dallo schermo, non preoccupatevi. È tutto normale: è la cosiddetta skyball, specialità dell’italo-uruguaiano Carambula. Una battuta impressionante e difficile per gli avversari. Uno spettacolo per gli occhi.
“È una battuta particolare”, dice lo stesso Carambula, classe 1988, uruguaiano naturalizzato, “con cui spedisco la palla il più in alto possibile per complicare la ricezione agli avversari. Ho trovato in youtube un filmato con cui i nostri primi avversari alle Olimpiadi, gli austriaci Doppler e Horst, si allenavano con una macchina che sparava appunto i palloni verso il cielo… Il fatto è che questo tipo di servizio ti mette fuori ritmo e quindi in difficoltà: poi il resto lo fa Alex, che con i suoi muri ci fa portare a casa un sacco di punti”.
E Alex Ranghieri non è da meno. Nato a Pordenone nel 1987, non difetta in doti atletiche. Anzi, il muro italiano completa perfettamente la coppia: “Adrian è formidabile per precisione con la skyball, al punto che credo non sbagli più del 5% delle battute. Poi al resto ci penso io, che sono un mezzo Spiderman”, racconta senza falsa modestia. Ed ecco che la prima partita è archiviata: l’Austria è nulla davanti alla strana coppia ma vincente. Che non fanno mistero dell’obiettivo: il podio è alla portata dell’Italia.