La strage di Viareggio era evitabile. Almeno secondo i pm, che hanno richiesto pene pesanti, dai 5 ai 15 anni di carcere, al processo per l’incidente che è costato la vita a 32 persone. Superficialità, macchinari obsoleti e controlli non corretti: in poche parole, la banalità del male”, scrivono i magistrati nelle loro motivazioni.
Tra i 33 imputati c’è anche Mauro Moretti. Per l’ex ad ad di Ferrovie dello Stato e Rfi e attuale amministratore delegato di Finmeccanica, sono stati chiesti 16 anni di carcere. Moretti, cosa non da poco, era stato nominato cavaliere del lavoro dall’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Tra gli altri, però, spicca anche il nome di Michele Mario Elia, all’epoca dei fatti amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) e successivamente anche ad di Ferrovie dello Stato Italiane. Per lui la richiesta è di 15 anni. Secondo i pm Elia “era tenuto a garantire le condizione tecniche della circolazione dei treni, competente a rilevare criteri costruttivi per garantire la sicurezza del trasporto di merci pericolosi, determinare anche la velocità adeguata per questi trasporti. Aveva potere in materia di definizione delle norme per la tutela e salute dei lavoratori”. Per i dirigenti Salvatore Andronico e Mario Castaldo di Trenitalia Cargo, Giovanni Costa e Giorgio Di Marco di Rfi la richiesta di condanna è di 9 anni. Chiesta infine l’assoluzione per Andreas Carlsson responsabile di stabilimento Jugenthal Waggon Hannover e per Andreas Barth dell’officina Jugenthal Waggon di Hannover. Tra i nomi pesanti c’è anche Mauro Moretti
LA STRAGE – La strage di Viareggio è avvenuta il 29 giugno del 2009, alle ore 23.48. Un treno, che trasportva gpl, deragliò perché ci fu la rottura di un asse sotto a un carro. I macchinisti diedero subito l’allarme, ma alcune cisterne si rovesciarono, esplodendo e provocando un incendio devastante per le case circostanti.