Erano gli anni Settanta quando la sociologa tedesca Elisabeth Noelle-Neumann formulò la cosiddetta tesi della “spirale del silenzio”. Parliamo, cioè, della tesi secondo cui i mezzi di comunicazione, grazie al notevole potere di persuasione, riescono a ridurre al silenzio qualsiasi opinione, fatto, verità qualora sia propria di una piccola minoranza o non sia congeniale alla maggioranza o – aggiungiamo noi – al potere costituito. Tutto questo fa sì che qualsiasi opinione “scomoda” silenziata, quando pronunciata da un singolo soggetto o da un piccola minoranza, passa per folle, falsa, grottesca semplicemente perché non è mai passata per i canali di comunicazione mainstream. Ecco: è esattamente quanto sta accadendo in Francia con la faccenda del franco coloniale. Dopo le accuse prima di Alessandro Di Battista, poi di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, infatti, quasi nessuno dei media d’oltralpe ha deciso di affrontare la questione. In pratica, la notizia delle accuse italiane e della problematica stessa della politica post-coloniale non è esistita.
A monitorare come in Francia si sia deciso di affrontare la questione è stata la piattaforma italiana Prp Chan+nel, che che conta oltre 100mila accessi al giorno dalla Francia. Secondo Massimiliano D’Elia, ideatore e coordinatore di Prp, “i media francesi hanno quasi del tutto ignorato, tranne un trafiletto su Le Monde, le dichiarazioni dei leader del Governo italiano, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, sulle politiche francesi in Africa e sulle frizioni su diverse questioni prima fra tutte la gestione dei migranti e la Libia”. Insomma, nessuno dei quotidiani francesi storici, a parte un trafiletto, ha affrontato la questione. Né tantomeno le televisioni. Il dubbio, a questo punto, è che si sia voluto silenziare un’accusa scomoda per Emmanuel Macron e il suo Governo. Ed è ancora più curioso considerando che, nel frattempo, l’esecutivo francese ha risposto a tono alle dichiarazioni dei colleghi italiani. Solo due giorni fa, per dire, il ministro per gli Affari esteri, Nathalie Loiseau ha dichiarato: “Non vogliamo giocare al concorso di chi è più stupido. Con l’Italia abbiamo molte cose da fare e vogliamo continuare a farle”. Parole non proprio di primo pelo, insomma.
Nel frattempo, però, qualcuno è intervenuto sullo scontro tra Italia e Francia. Ma – non sia mai – non sulle polemiche relative al franco coloniale su cui è meglio soprassedere ma sulla presunta “strategia dei populisti”. Le Monde, più in particolare, parla di “strategia della testata dei populisti italiani con la Francia”. In un editoriale il cui titolo sembra rievocare la testata di Zidane contro Materazzi alla finale di Italia-Francia del 2006, il giornale francese scrive che “la zuffa” tra Roma e Parigi “pare non fermarsi”. “Certo – sottolinea il quotidiano – è già successo in passato che la relazione tra le due sorelle latine attraversasse la tempesta. Ma la crisi attuale è più lunga del solito e, soprattutto, nessuno sembra avere voglia, da parte italiana, di metterle fine”. Nell’elencare tutti i temi di scontro di queste ultime settimane tra Italia e Francia, Le Monde osserva come “non sia sicuro che questi attacchi quotidiani paghino nel lungo termine”.
Ma non è tutto. Pur tacendo su quello che a questo punto pare certo essere un tema ostracizzato in patria, Le Monde chiude con quello che pare essere un ricatto bell’e buono: “Roma non ha nulla da guadagnare a cavarsela da sola sulla scena europea. Il suo atteggiamento negli ultimi mesi ha avuto per effetto di isolarla su quasi tutti i temi…il governo Conte ha già vissuto l’esperienza durante le discussioni sul bilancio dell’autunno scorso: non si ottiene niente a Bruxelles senza compromessi né alleati”. Come dire: occhio ad alzare i toni che in Europa, in questa Europa, si rischia di restare soli. Meglio blaterare facili accuse, dunque, piuttosto che rispolverare temi scomodi per la Repubblica francese. Che sprofondano, inesorabilmente, nella spirale del silenzio.