I risultati in campionato sono deludenti, con il rischio retrocessione nei Dilettanti, e allora i tifosi hanno sfogato nel peggior modo possibile la frustrazione. I calciatori del Taranto, che milita in Lega Pro (l’ex serie C) sono stati infatti contestati con il lancio di bombe carta e uova durante una seduta di allenamento. Gli ultras si sono accaniti in particolare contro il portiere Roberto Maurantonio e i difensori Errico Altobello e Mariano Stendardo (il fratello di Guglielmo, difensore che gioca in serie A con l’Atalanta), che da giocatori più esperti sono considerati i maggiori responsabili della situazione.
La furia ha infatti risparmiato alcuni elementi della rosa, in particolare i più giovani.Anche la società tarantina aveva criticato i tesserati minacciando “i provvedimenti necessari atti a consentire la presenza in campo di atleti legati ai colori rossoblù, seriamente motivati e rispettosi dei tifosi e del club” e imponendo subito il silenzio stampa, oltre al ritiro prima del prossimo turno.
Il Taranto è attualmente in zona playout nel campionato di Lega Pro: le sconfitte contro Akragas e Messina hanno messo seriamente a rischio la permanenza nel calcio professionistico. Dopo la violenza la squadra ha interrotto l’allenamento e ha abbandonato lo stadio “Iacovone”, spostandosi subito verso il ritiro di Castellaneta Marina, peraltro già deciso dalla società. L’Associazione italiana calciatori ha annunciato una presa di posizione durissima, che non esclude lo stop ai campionati per almeno una settimana.
“Dovremo innanzitutto ricostruire l’accaduto, ma è chiaro che nessuna critica relativa a una prestazione può giustificare una reazione di questo tipo”, ha commentato Umberto Calcagno, vicepresidente dell’Aic. “Valuteremo il da farsi assieme alla Lega Pro e alla Federcalcio, ma non si può più andare avanti di questo passo. Occorre isolare i violenti, evitando di considerarli un campione esiguo rispetto alla totalità dei tifosi”, ha aggiunto il dirigente dell’Associazione. Gli episodi di Taranto, peraltro, sono solo la punta di un iceberg. Già ad Ancona e Matera si erano verificate delle contestazioni eccessive nei confronti dei tesserati.