Dalla Redazione
Scuola italiana bocciata per efficienza. Il nostro paese si colloca, da questo punto di vista, al 23mo posto (su 30) della classifica Ocse. La caplista è la Finlandia (87,81% di efficienza) mentre gli ultimi posti sono occupati da Portogallo, Spagna, Grecia, Indonesia e Brasile. Male anche Germania e Svizzera “le cui politiche di efficienza potrebbero non essere tra le priorità”. Per salire nel ranking l’Italia potrebbe ricorrere a due alternative: aumentare gli stipendi ai docenti o ridurre il rapporto tra insegnanti e studenti. E’ quanto emerge dal primo rapporto internazionale sull’Efficienza della spesa per l’educazione, condotto da Peter Dolton, esperto mondiale di economia dell’educazione della London School of Economics, insieme a Oscar Marcenaro Gutiérrez dell’Università di Malaga e ad Adam Still di Gems Education Solutions.
La ricerca analizza “l’efficienza con cui vengono allocati i budget per l’istruzione in ciascun paese” per misurare “qual è il sistema che produce un ritorno più elevato dal punto di vista educativo per ogni dollaro investito”. Complessivamente i 30 paesi Ocse dello studio hanno speso ogni anno 2.200 miliardi di dollari per la scuola e la quota del Pil riservata all’istruzione è in aumento da decenni. In generale, secondo il rapporto, i Paesi che mostrano un’elevata efficienza riescono anche a raggiungere risultati educativi elevati. L’Italia rientra nel gruppo dei paesi “più efficaci che efficienti: raggiunge risultati migliori in termini di qualità piuttosto che di efficienza”.