Senza censura

La sanità della Campania distrutta da De Luca

La sanità della Campania distrutta da De Luca

La sanità della Campania distrutta da De Luca

Il sistema sanitario pubblico in Campania è stato smantellato da una politica regionale non solo incapace ma che ha anche operato per favorire il settore privato.
A Napoli durante la lunga presidenza di Vincenzo De Luca alla Regione si sono chiusi tanti presidi di sanità pubblica, nonostante il governatore abbia goduto di poteri eccezionali con l’80% delle risorse economiche del bilancio regionale destinato alla sanità.

Basta andare per ospedali e presidi di salute pubblica per vedere le lunghe liste di attesa, le condizioni spesso ai limiti dell’umanamente sostenibile in cui lavorano medici e personale sanitario, pazienti esasperati, con episodi anche di aggressioni nei pronto soccorso e nelle guardie mediche. Personale che non si assume, con carenze croniche, mentre prolifera la sanità privata a cui non tutti possono accedere e non devono essere “costretti” ad accedere. L’ospedale del mare travolto da inchieste giudiziarie e con lacune nonostante la quantità di denaro pubblico investito.

Ma la sanità è bacino di voti e consenso per la politica, occupazione di posti apicali in cui conta l’appartenenza al Sistema, un centro di potere in cui la politica regionale la fa da padrona. Politica nazionale e regionale avevano promesso che dopo il Covid si sarebbe ricostruita la filiera della sanità pubblica: dai distretti territoriali agli ambulatori, dai medici di base alle guardie mediche, dal 118 all’assistenza domiciliare, dai reparti alle terapie intensive, dalla salute mentale ai centri di neuropsichiatria infantile, dalla telemedicina alle assunzioni di medici ed infermieri. Ed invece non si garantiscono due diritti fondamentali della Costituzione: diritto alla salute (art. 32) e uguaglianza dei cittadini (art. 3).

Si persevera con i test di accesso all’università di medicina, si accelera sull’autonomia differenziata che oltre ad aumentare la migrazione sanitaria dei pazienti verso il nord provocherà anche il trasferimento dei medici, si commissaria la sanità e si occupano le posizioni apicali manageriali, amministrative e sanitarie per costruire centri di potere, si continua a sperperare denaro pubblico, si consolida il malaffare anche camorristico all’interno delle strutture sanitarie, si accresce il potere di appartenenza al ceto politico dominante che finisce per possedere il ius vitae ac necis.

A Napoli De Luca è stato capace di bombardare e distruggere con il suo “lanciafiamme dei diritti” ospedali, reparti, presidi di sanità pubblica che rappresentavano solidi punti di riferimento per gli abitanti.