La Russia interrompe fornitura di gas: il presidente russo aveva firmato il decreto sulle regole del commercio di gas con i cosiddetti Paesi ostili per il pagamento in rubli (leggi l’articolo) e, tanto per essere chiaro, dichiarava che “nessuno ci vende niente gratis, e nemmeno noi faremo opere di carità”. Ciò significa –aveva spiegato – che “i contratti esistenti, in caso di mancato pagamento del gas in rubli, saranno interrotti”. Un primo segnale concreto delle sue parole è arrivato per l’Europa.
La Russia interrompe fornitura di gas
Nei giorni scorsi il ministro dell’economia francese Bruno La Maire e il collega tedesco Robert Habeck si erano detti pronti “nel caso in cui la Russia bloccasse le forniture di gas”. Bene. Nella mattinata del 1° aprile, Gazprom ha interrotto le spedizioni di gas russo in Germania attraverso il gasdotto Yamal-Europe. Lo riporta Bloomberg citando l’operatore di rete Gascade.
Putin lo stava minacciando da giorni, soprattutto ai governi che hanno imposto sanzioni alla Russia dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Le prime conseguenze delle sanzioni sono state le richieste del presidente russo che ha chiesto di pagare il gas in rubli e non più in euro o in dollari.
Tuttavia, sembra che l’interruzione di fornitura di gas possa essere graduale se non vengono rispettate le richieste del governo russo. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha spiegato il possibile scenario ai giornalisti, come riporta la Tass. “La situazione è la seguente, ieri mi è stato chiesto da molti se la mancanza di conferma in rubli significa che le forniture di gas saranno interrotte a partire dal 1° aprile. No, non è così, e il decreto che è stato firmato e pubblicato ieri non lo stabilisce. Il pagamento delle forniture attuali non si fa oggi, si fa alla fine della seconda metà del mese, ad aprile o anche all’inizio di maggio”.
Cosa succede ora per l’Europa e l’Italia?
C’è da sottolineare che se il gas russo smetterà completamente di fluire in Europa, le misure per sostituire l’offerta non saranno sufficienti. Se dovesse succedere subito e drasticamente i governi dell’Europa e dell’Italia in particolare potrebbero dover stabilire un piano di emergenza per dare la priorità ai destinatari del gas, ad esempio per il “riscaldamento nelle case residenziali o per la produzione di elettricità” per evitare blackout.
Per evitare dunque lo scenario peggiore nel caso di interruzione sia graduale sia drastica, bisognerà rivedere le abitudini di consumo delle famiglie. “In caso di tagli alle forniture di gas da parte della Russia – spiega Consumerismo – il governo italiano sarebbe costretto a ricorrere al razionamento dell’energia e ad imporre ai distributori di limitare il prelievo di elettricità e gas dai contatori. Sicuramente i primi soggetti colpiti dalla misura saranno proprio le famiglie. Per l’energia ogni nucleo rischia di ritrovarsi con una capacità massima di consumo pari a 1 kW anziché 3 come previsto dagli attuali contratti per uso domestico. Intervento che può essere attivato in pochi secondi e con semplice clic da parte delle società energetiche grazie ai contatori elettronici di nuova generazione, e che impedirà alle famiglie l’uso contemporaneo di più elettrodomestici (forno, phon, stufe elettriche, microonde, ecc.) imponendo una modifica sostanziale delle abitudini quotidiane”.
Dunque, come riorganizzarsi nel caso: “Nell’immediato ricorrendo a metodi di riscaldamento alternativi al gas come stufe a pellet, legna, camini a bioetanolo ecc. Nel breve periodo, la soluzione consiste nel migliorare l’isolamento termico delle abitazioni e rendere la propria casa autonoma sul fronte energetico installando pompe di calore e impianti fotovoltaici, così da coprire il 100% del fabbisogno familiare”.