Quaranta anni dopo Mario Mieli l’Italia si scopre ancora più indietro nel tempo. Lui, Mieli, appunto, con la sua storia di attivista e scrittore, teorico degli studi di genere, è stato uno dei fondatori del movimento omosessuale italiano, nonché uno tra i massimi teorici del pensiero nell’attivismo per i diritti civili. Legato al marxismo rivoluzionario, è noto soprattutto come eponimo del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e per il suo saggio Elementi di critica omosessuale pubblicato nella sua prima edizione da Einaudi nel 1977.
Al Pirellone un ampio confronto sui diritti. A quarant’anni da Mario Mieli la sua lezione è sotto tiro
Opere rivoluzionarie in un’epoca in cui non c’era alternativa al bigottismo. E ancora oggi attualissime, perchè sulla strada dei diritti di strada se n’è fatta, ma le tentazioni di fermare questo percorso sono fortissime. Da qui l’iniziativa che oggi chiamerà a raccolta a Milano chi si batte su questo fronte. Alle 15 al Palazzo Pirelli, sede della Regione Lombardia, molte voci si confronteranno nella tavola rotonda: “LGBTQ+ Una rivoluzione ancora in movimento. 40 anni dopo Mario Mieli”.
Per Paola Pizzighini, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Lombardia, che ha aderito all’LGBT+ History Month Italia, ed è l’organizzatrice del dibattito, oggi più che mai è rilevante ricordare che il 5 Aprile 1972 nasceva a Sanremo il movimento di liberazione LGBTQ+ come reazione verso l’oscurantismo delle istituzioni. Una fase di cui fu protagonista indiscusso proprio Mario Mieli. “Quello – anticipa la Pizzighini – fu un vero e proprio atto rivoluzionario senza precedenti. Spiace pensare che dopo 50 anni si debba ancora lottare. Ma a chi vorrebbe zittirci rispondiamo dicendo che siamo ancora qui e che la lotta non ci fa paura”.
Al convegno di questo pomeriggio, moderato da Irene Serini, ideatrice, autrice e interprete di spettacoli che indagano su identità di genere e sessualità, parteciperanno Massimo Prearo, ricercatore all’Università di Verona, e Paola Mieli in collegamento. Psicoanalista e Presidente di Après-Coup Psychoanalytic Association, Paola è sorella di Mario Mieli. Poi, Raffaella Colombo, specializzata in filosofia morale e in filosofia politica moderna, Mauro Muscio, fondatore e titolare della libreria lgbt Antigone di Milano, libreria gay, lesbica e trans e inoltre co-fondatore della Libreria Antigone di Roma e della casa editrice Asterisco, e Fabio Pellegatta, responsabile cultura CIG Arcigay Milano.
Al successivo dibattito, moderato dal Consigliere del settimo municipio di Milano Carmine Delfino, interverranno Antonia Monopoli, attivista transgender, responsabile Sportello Trans di ALA Milano, che inoltre, lavora come Peer Educator. E poi Mica Macho: collettivo, community online e offline, Gaetano Pedullà, giornalista, opinionista e direttore de La Notizia, Asterio Fiora: Poliedro LGBT+ del Politecnico di Milano.
Certo che non può lasciare indifferenti contare gli anni passati da quando Mieli fondò i Collettivi Omosessuali Milanesi, che nel 1976 al Festival del proletariato giovanile di Parco Lambro vedevano nascere lo slogan “Lotta dura, Contronatura!”. Oggi i tanti diritti conquistati sono messi in discussione da una politica che affonda le radici su un programma chiuso in Dio, Patria e Famiglia. Così dai matrimoni gay al diritto delle coppie omogenitoriali ad avere figli, sino alla strumentalizzazione dell’utero in affitto per bloccare le registrazioni agli uffici dell’anagrafe dei figli delle famiglie non eterosessuali, il nostro Paese pare avviato più verso l’oscurantismo dell’Ungheria che l’apertura di uno Stato maturo ed evoluto. Da qui la necessità di smuovere le acque, come ha spiegato la consigliera Pizzighini. Perchè la lezione di Mieli non sia stata inutile.