La rivolta delle opposizioni sul caso Almasri: Camera paralizzata per chiedere a Meloni di riferire in Parlamento

Le opposizioni chiedono a Giorgia Meloni di riferire in Parlamento sul caso Almasri e intanto bloccano i lavori della Camera.

La rivolta delle opposizioni sul caso Almasri: Camera paralizzata per chiedere a Meloni di riferire in Parlamento

Tutti insieme. Le opposizioni marciano per una volta unite nel chiedere alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di riferire in Parlamento sul caso Almasri. La richiesta, in avvio dei lavori dell’Aula alla Camera, arriva dal presidente M5s, Giuseppe Conte, dal leader di Si, Nicola Fratoianni, dalla capogruppo del Pd, Chiara Braga, e anche da Roberto Giachetti (Iv), Benedetto Della Vedova (+Europa) e Valentina Grippo (Azione).

Braga spiega che il Pd vuole una “informativa immediata sul caso Almasri”, ma va oltre: “Domani è convocata una conferenza dei capigruppo e anticipiamo che non siamo disponibili a riprendere i lavori d’Aula se non ci sarà una risposta adeguata”. Insomma, del tema se ne deve “parlare qui, in Parlamento”.

Caso Almasri, Conte invoca l’informativa di Meloni

Anche Conte chiede un’informativa urgente della presidente del Consiglio per poter “spiegare agli italiani la versione vera sul caso Almasri: deve venire il presidente, non può essere certo il ministro che cura i Rapporti con il Parlamento”.

Secondo Conte, “Meloni deve chiarire al Paese perché lei donna, madre, cristiana ha consentito tutti gli onori di un volo di Stato per sottrarre alla giustizia internazionale un boia, accusato addirittura di stupro di bimbi di cinque anni”.

Per Fratoianni la presidente del Consiglio “non può continuare a fuggire” alle domande sul tema. Intanto i deputati dei 5 Stelle si sono iscritti tutti a intervenire (36 più Conte) per poter continuare a parlare del caso Almasri e tenere alta l’attenzione sulla questione. E per sbloccare l’impasse il governo potrebbe applicare la questione di fiducia sul decreto Cultura per evitare l’allungamento dei tempi. Svuotando così, ancora una volta, il Parlamento di ogni potere.