Per il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è “una mano tesa a tutti i pubblici amministratori, che non avranno più paura di firmare”. Per i maggiori partiti di opposizione è una vergogna “che favorisce l’illegalità del potere pubblico: da un lato protegge i colletti bianchi e i mediatori di corruzione, dall’altro silenzia la stampa”. Con 199 voti a favore e 102 contrari la Camera ha dato il via libera definitivo al ddl Nordio che abolisce l’abuso di ufficio e rivede in parte la disciplina sulle intercettazioni. Il provvedimento passa non solo con i voti della maggioranza ma anche con quelli di Azione e Italia viva.
I punti significativi del ddl Nordio, dall’abuso di ufficio alle intercettazioni
Sono otto gli articoli del disegno di legge che propone una significativa riforma del codice penale, del codice di procedura penale e dell’ordinamento giudiziario. Colpo di spugna sull’abuso d’ufficio. Viene abolita la norma del codice penale (art.323) che punisce il pubblico ufficiale che violando consapevolmente leggi, regolamenti o l’obbligo di astensione, cagiona un danno ad altri o si procura un vantaggio patrimoniale.
Per quanto riguarda le modifiche al traffico di influenze, si restringe l’ambito di applicazione di questo reato. La mediazione viene ritenuta illecita se finalizzata a far compiere un reato ad un pubblico ufficiale. Si elimina l’ipotesi della ‘millanteria’ e restano le condotte più gravi. Non dovranno essere riportate le conversazioni e i dati relativi a soggetti non coinvolti dalle indagini, se non considerati rilevanti per il procedimento.
E nella richiesta di misura cautelare del Pm e nell’ordinanza del giudice non dovranno essere indicati i dati personali dei soggetti diversi dalle parti, salvo che ciò sia considerato indispensabile per l’esposizione degli elementi rilevanti. Il giudice dovrà quindi stralciare le intercettazioni che contengono dati relativi a soggetti diversi dalle parti, laddove non essenziali.
Dal M5S al Pd barricate sul provvedimento
“Questa legge non serve alla Giustizia, che non viene né accelerata né rafforzata, ma nuoce ai cittadini, che perdono strumenti di difesa contro le angherie e le prevaricazioni del potere pubblico e occasioni di conoscenza dei sistemi illegali”, ha detto il deputato M5S Federico Cafiero De Raho, secondo cui l’abuso d’ufficio è un reato spia per la corruzione, le infiltrazioni mafiose e le illegalità sugli appalti.
“Questa legge – ha concluso Cafiero De Raho – da un lato protegge i colletti bianchi ed i mediatori della corruzione, dall’altro silenzia la stampa e ha un obiettivo unico complessivo: rendere più difficili le indagini sui reati dei colletti bianchi e impedire la conoscenza dei loro contenuti”.
Secondo l’europarlamentare M5s Giuseppe Antoci, l’Unione europea boccerà il ddl Nordio. Tanto l’abuso di ufficio che il traffico di influenze illecite sono infatti reati inseriti nell’elenco di quelli individuati nella direttiva sulla lotta alla corruzione che si trova attualmente nella fase dei triloghi. “Non appena questo provvedimento – dice – verrà approvato definitivamente, l’Italia sarà nella imbarazzante posizione di dover reintrodurre nel suo ordinamento il reato di abuso di ufficio o di andare incontro a una sanzione europea per il suo mancato recepimento”.
Il Ddl Nordio è una “scelta grave”, un “atto spregevole” che “premia l’abuso di potere”, attacca il deputato Pd Federico Gianassi, capogruppo in commissione Giustizia. “Cancellate dal codice penale l’abuso di potere del pubblico funzionario che, violando deliberatamente la legge, discrimina un cittadino o ne avvantaggia ingiustamente un altro in quanto amico o parente. Stiamo parando di atti spregevoli, che allontanano le persone dalla PA. Il governo, abolendo l’abuso d’ufficio, premia l’impunità per comportamenti gravi”.
Ugualmente duri i toni usati Alleanza Verdi e Sinistra. “La destra non pensa ai sindaci e alla loro presunta paura della firma, piuttosto pensa agli amici già condannati”, dice il capogruppo di Avs nella commissione Giustizia della Camera Devis Dori. “L’abrogazione del reato di abuso d’ufficio porta con sé anche la cancellazione delle pene già passate in giudicato, secondo il principio della abolitio criminis”.
Nordio, perlatro, non ha intenzione di fermarsi qui. E annuncia “una riforma organica delle intercettazioni per dare un’attuazione radicale all’articolo 15 della Costituzione che indica nella segretezza delle conversazioni l’altra faccia della libertà”.