La Regione Lazio è praticamente ferma da mesi, tra commissioni e sedute d’aula saltate. Adriano Zuccalà, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Pisana, ci spieghi cosa sta succedendo.
“Succede che la maggioranza di centrodestra che ha vinto le elezioni nella Regione più importante d’Italia non è in grado di governare. Non lo è perché non c’è una leadership chiara, dal momento che il presidente Rocca non riesce a trovare una quadra rispetto a una crisi che si protrae ormai da mesi. Una crisi tutta interna, che ha a che fare con il potere e non con la politica: il gruppo consiliare di Forza Italia, che è passato da tre consiglieri a sette, chiede di pesare di più in Giunta, ma Fratelli d’Italia pare non voglia cedere nulla. Si susseguono dichiarazioni e comunicati stampa contrastanti: Rocca prima dichiara in aula che se i partiti non giungono a un accordo sarà lui a intervenire, poi non fa più nulla e qualche settimana dopo afferma che non c’è nessuna crisi, immediatamente smentito dal segretario regionale di Fratelli d’Italia Trancassini che minaccia di tornare alle urne”.
Attualmente siamo di fronte a una paralisi totale della Regione?
“Voglio dare solo un dato: il 7 novembre si è aperta per l’undicesima volta la seduta di Consiglio regionale dell’1 agosto, aperta e mai più chiusa, con il Documento di economia e finanza regionale Defr 2025 all’ordine del giorno, e ancora non approvato. A questo aggiungo le commissioni che vanno deserte, le giunte con gli assessori di Forza Italia assenti, le centinaia di proposte di legge depositate e mai calendarizzate. È tutto fermo, non c’è alcuna visione politica e anche il ‘mercato’ delle poltrone è gestito veramente male”.
Rocca è stato di fatto commissariato dai partiti di maggioranza che litigano senza trovare una soluzione?
“Rocca ci mette anche del suo, visto che non si assume la responsabilità di ciò che sta accadendo. È inaccettabile che il presidente della Regione pensi di poter andare avanti facendo finta di niente e delegando tutto ai segretari regionali e nazionali dei partiti. Ed è imbarazzante vedere i consiglieri di maggioranza costretti al silenzio in aula, figuranti di uno spettacolo mediocre, ingaggiati solo per tenere in piedi il numero legale e alzare la mano per votare”.
Quali sono le conseguenze pratiche?
“I territori, le associazioni, le parti sociali, le organizzazioni di categoria sono abbandonate, i cittadini traditi da promesse fatte in campagna elettorale e mai mantenute. Ci avviciniamo inesorabilmente alla fine dell’anno, periodo in cui si approva il Bilancio di Previsione, e siamo ancora fermi sul Defr e sul collegato, documenti che avremmo dovuto discutere e approvare mesi fa. Questo significa che, se la crisi non si risolve, non si approva neanche il bilancio entro il termine di legge del 31 dicembre, costringendo la Regione all’esercizio provvisorio. Ci rendiamo conto di cosa può significare nell’anno del Giubileo?”.
Come si può uscire da questa situazione? L’unica soluzione è davvero tornare al voto e crede che possa davvero finire così?
“Pensare di operare in questo modo per altri 3 anni e mezzo è non solo folle, ma profondamente irrispettoso nei confronti dei nostri concittadini e delle loro esigenze. Mentre qui dentro questa maggioranza litiga per due poltrone, fuori la vita scorre, i problemi delle famiglie aumentano e le politiche nazionali non aiutano. Credo che il presidente Rocca e i suoi consiglieri debbano chiudersi in una stanza e uscirne solamente con la soluzione in mano, per cominciare davvero a occuparci dei problemi reali e per consentire a tutti noi di lavorare per il benessere delle nostre comunità”.