Il telefono di Domenico Iannacone squilla mentre il giornalista molisano si sta preparando a una diretta per parlare di una “puntata speciale” di Che ci faccio qui. Non sarà in televisione, ma il 27 luglio andrà in scena all’Arena Estate del teatro di Tor Bella Monaca (Roma). Nella presentazione si legge: “Il palcoscenico diventa luogo fisico ideale per portare alla luce quello che la televisione non può comunicare”.
Soprattutto se non vogliono fartelo comunicare, verrebbe da aggiungere. Domenico Iannacone, un comunicato della Rai di oggi l’accusa di aver detto falsità sulla cancellazione del suo programma…
“Sono loro che non stanno dicendo la verità. Volevano farmi realizzare quattro prime serate a partire dalle fine di giugno da mandare in onda a settembre, tecnicamente impossibili da realizzare in un lasso di tempo così ristretto. Io non ho una redazione e ogni puntata dura 110 minuti con me in video, non avvalendomi neppure di inviati. è il format che lo prevede”.
Non era possibile trovare un accordo?
“Ho chiesto uno spostamento di un mese e mezzo, fetemi andare in onda a ottobre, Per questo sono scomparso dai radar”.
Perché la Rai ha deciso proprio adesso di accusarla di dire cose non vere?
“Hanno capito che questa roba stava deflagrando, ho un popolo che mi segue sui social. Se sono rimasto in vita per tutti questi anni è perchè ho gente che mi vuole bene, che mi segue. In Rai volevano silenziarmi, per togliermi dai palinsesti gli è bastato puntarmi alla tempia la pistola delle quattro puntate da realizzare a partire da fine giugno”.
Sempre ai social ha affidato la sua risposta al comunicato della Rai. Ha scritto “Apprendo con meraviglia che la Rai abbia fatto un comunicato stampa in cui dichiara di ‘…non aver cancellato il programma per il 2023’ e che sarebbe pronta a produrlo per il 2024. Io sono qui in attesa che qualcuno mi chiami”. Qualcuno l’ha chiamato?
“Sul display del mio telefono non compare un numero Rai da quella proposta di settembre. Mi hanno lasciato in una situazione di limbo. C’è una schizofrenia che non comprendo, se un programma si vuole si alza il telefono e i problemi si risolvono confrontandosi”.
A cosa si riferisce la Rai quando nel comunicato dice che tutto è nato anche per “il cambio di società produttrice” che ha creato alcuni problemi nella certificazione dei diritti del format e ha impedito la programmazione”?
“Ho ceduto i diritti per una nuova stagione di Che ci faccio qui a una nuova casa di produzione che è andata a fare richiesta. La Rai ha risposto che i diritti sul programma sono dell’azienda. Falso. Il format è mio e viene dato in licenza d’uso a tutti quelli che lo producono e lo cedono alla Rai per il tempo della messa in onda. In seguito i diritti tornano a me e per ogni stagione del programma bisogna fare questo passaggio”.
Era stato assente dai palinsesti Rai anche la scorsa stagione. Perché allora non era andato in onda?
“L’impressione è che la Rai non avesse interesse nel programma”.
Per la Rai il suo programma non è stato cancellato…
“Come faccio a immaginare di rientrare nei piani Rai se Che ci faccio qui non è nei palinsesti e nessuno cita il programma come fosse sparito nel nulla? La Rai mi vuole? Mi chiami. Io aspetto”.