Che in Rai qualcosa sia cambiato e continuerà a cambiare, è cosa nota. Il rischio ora è che a fare le spese di questo cambiamento sia pure il giornalismo d’inchiesta. L’allarme è arrivato ieri da Sigfrido Ranucci: “Il giornalismo d’inchiesta sta vivendo un momento molto particolare. Mi risulta che il contratto di servizio presentato alla Rai sia stato privato di una parte che c’era nel vecchio contratto di servizio che riguardava la valorizzazione del giornalismo d’inchiesta.
L’allarme è arrivato ieri da Sigfrido Ranucci: “Il giornalismo d’inchiesta sta vivendo un momento molto particolare”
Se questo fosse vero sarebbe gravissimo, perché a fare il contratto di servizio è stato il ministero del Made in Italy, guidato da Urso, che è stato oggetto di un’inchiesta di Report”. Parolee durissime alle quali, almeno per ora, non è arrivata alcuna replica. “Se il ministro oggetto di un’inchiesta priva la Rai della valorizzazione del giornalismo di inchiesta secondo me è un bruttissimo segnale – ha detto ancora Ranucci -. Sono convinto che è stato solo un errore di disattenzione e che quella parte verrà ripristinata il prima possibile”.
In attesa che questo avvenga ci sono però altre parti che hanno fatto la loro comparsa. Una su tutte? La natalità. A sollevare la questione è stato il consigliere d’amministrazione Riccardo Laganà, che analizzando la bozza di documento ha evidenziato la presenza delle parole “natalità e genitorialità” prima della “parità di genere e delle pari opportunità”. Il governo, dunque, intende lasciare in modo inequivocabile il segno sovranista sulla nuova Rai, influenzando anche le linee guida del prossimo triennio.
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