Almeno l’approccio tecnico sembra essere quello giusto. “Mio figlio sa che sono candidata e ha già chiesto una serie di cose: più biciclette, più altalene nei parchi, basta con queste macchine: promesse non ne faccio neanche a lui, ma sistemare la città sicuramente”, dice la candidata sindaco di Roma del Movimento 5 Stelle Virginia Raggi. Sì, meglio non promettere. Soprattutto quando il rapporto di conoscenza con la città, perché tale è la campagna elettorale in questa fase, mostra segni di debolezza. Omettere, o dimenticare perché non importante, per dirla con i grillini, alcuni dettagli del proprio curriculum non è mai un buon segno. Soprattutto quando si è fatto della trasparenza il proprio vessillo. Ma anche i grillini sono uomini, e donne, con le loro debolezze e incongruenze, dimenticanze e omissioni, marketing e libro cuore. E anche Virgina Raggi non sfugge a questa regola. Anzi, chi la conosce bene sostiene che prima di essere folgorata sulla via di Beppe Grillo, vera folgorazione dicono, la candidata pentastellata avrebbe fatto parte di quella eletta schiera di avvocati che andava cercando un posto al sole, preferendo al lavoro d’Aula, quello con toga e codici in mano, l’ impegno di corridoio e salotto. Dove contano i rapporti più che i verdetti. E la Raggi, in quella zona grigia che si colloca fra politica e giustizia, che a Roma è molto vasta e fortemente ramificata tanto da abbracciare più settori produttivi, pare si muovesse molto bene. Non a caso le “dimenticanze”, o banali distrazioni, nel curriculum scoperte dai suoi avversarsi riguardano incarichi politici e non meriti professionali. Niente di particolarmente grave, ma più che sufficiente ad innescare tutti i dubbi del mondo. Sui quali, a dire il vero, non tutti hanno deciso di speculare. “Questa roba che stanno facendo sulla Raggi, andare a scavare, non è la più bella, a me non piace”, afferma il candidato de La Destra per il Campidoglio Francesco Storace, a suo tempo vittima di varie campagne stampa. “Questa una ragazza sta facendo la campagna elettorale. Falle dire se è capace di governare Roma o no. Posto che non mi fa piacere se il M5S vince ”.
POLITICA GOSSIP – La politica per la politica e non il gossip come materia prima delle campagne elettorali. “Il Pd è ossessionato da me, direi”, sostiene la candidata grillina, replicando alle polemiche per il suo ruolo di presidente per oltre un anno, nel 2008-2009, di una società vicina a esponenti della destra romana. “Solo più tardi dalle cronache dei giornali”, dice la Raggi, “ho saputo che Gloria Rojo (Ad di Hgr, ndr) era diventata assistente di Panzironi”, manager coinvolto in Mafia Capitale e condannato per Parentopoli. Sul perché sia stata scelta dallo studio Sammarco per il ruolo di presidente di Hgr, Raggi ha risposto: “Lavoravo per loro, facevo una serie di contratti, ero una persona precisa, evidentemente apprezzavano il mio lavoro”. La zona grigia, dunque. Quella sempre in movimento fra politica, imprenditoria e giustizia. Che a Roma è un potere. “Noto che la vita di Virginia viene accuratamente scandagliata. Le avranno fatto, e va benissimo, centinaia di domande sul suo passato e lei, onestamente, ha sempre risposto in modo cordiale ed esaustivo spiegando le sue esperienze lavorative da prima che nascesse il M5S ad oggi. Sarebbe bello però che lo stesso identico trattamento venisse adottato per tutti quanti”, afferma Alessandro Di Battista, deputato 5 Stelle e membro del Direttorio, tirando in ballo la ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi, essendo stata sfiorata dal caso della Banca Etruria dove il padre ha ricoperto ruoli di vertice. Già ma quelle non sono dimenticanze, o omissioni…