“La questione è politica, hanno scelto di liberare un boia”. Parla la vicecapogruppo del M5S al Senato, Maiorino

“Non ce l’hanno solo con i magistrati ma con la Giustizia. Mai visto uno scontro tale tra due poteri dello Stato”: parla Maiorino (M5S).

“La questione è politica, hanno scelto di liberare un boia”. Parla la vicecapogruppo del M5S al Senato, Maiorino

Alla Corte penale dell’Aja, secondo il quotidiano Avvenire, è arrivata una denuncia sull’operato del governo italiano per “ostacolo all’amministrazione della giustizia ai sensi dell’articolo 70 dello Statuto di Roma”, in relazione alla vicenda Almasri. La Cpi per ora ha detto che non vi è aperto alcun caso contro esponenti italiani ma rimane la figuraccia del governo a livello mondiale. Alessandra Maiorino, vicecapogruppo del M5S al Senato, che ne pensa?
“Innanzitutto c’è da dire che questa volta l’hanno fatta veramente grossa. E non solo l’hanno fatta grossa, ma le tante versioni contrastanti fornite dai ministri e dagli esponenti della maggioranza, fino alle recenti informative, hanno ulteriormente aggravato la loro posizione. Ciò che è preoccupante è che stanno minando i principi del diritto internazionale e rischiano di mettere l’Italia fuori dalla comunità internazionale. Quello che sta accadendo è gravissimo”.

Di fronte a questa notizia, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ironizzato: “Credo che a questo mondo tutti indaghino un po’ su tutto. Postulo la giustizia divina proprio perché la giustizia umana spesso è fallibile, ma accontentiamoci di quella che abbiamo e vediamo come va”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha invece attaccato: “Ho molte riserve sul comportamento della Corte su questa vicenda. Forse bisogna aprire un’inchiesta sulla Corte penale”.
“Tajani dovrebbe essere quello moderato, e invece sta delegittimando la Corte penale dell’Aja già da tempo, come quando disse che non è la ‘bocca della verità’. Quindi cosa facciamo? Stracciamo lo Statuto di Roma? Usciamo dalla comunità internazionale della Corte penale dell’Aja, che tra l’altro ha avuto origine proprio qui in Italia, a Roma? Non riconosciamo più questi organismi deputati all’armonizzazione del rispetto dei diritti umani? È incredibile e inqualificabile la posizione di Tajani, che, in quanto ministro degli Esteri, è responsabile delle relazioni internazionali del nostro Paese. Delegittimando la Cpi, sta isolando l’Italia dal circuito virtuoso del rispetto dei diritti e della legalità internazionale. E su Nordio… beh, forse un grappino di troppo?”.

L’Italia rischia, tra l’altro, una procedura davanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per mancata cooperazione con la Corte penale internazionale.
“Tutto è collegato. Questi organismi sono stati istituiti proprio per garantire collegamento e collaborazione. È tutto consequenziale. Il governo ha compiuto un atto gravissimo: rilasciare un criminale internazionale, non espellerlo come dicono loro, ma accompagnarlo frettolosamente a casa per farlo sfuggire alla giustizia. Ora non sanno più come giustificare questa azione e dunque accusano chiunque. Parlano addirittura di un complotto mondiale contro il governo Meloni. Sarebbe ridicolo tutto questo se non fosse preoccupante, perché, ripeto, rischiano di mettere l’Italia fuori dalla comunità internazionale”.

Conte ha evocato il Tribunale dei Ministri. Oltre a quello giudiziario, c’è un fronte politico?
“Noi abbiamo sempre sostenuto che la questione è prima di tutto politica, più ancora che giudiziaria. È stata notificata un’indagine a diversi membri del governo, ma il punto centrale è la responsabilità politica. Hanno deliberatamente scelto di liberare un criminale, un torturatore e un boia, e di riaccompagnarlo a casa. La responsabilità politica viene prima di quella giuridica. Anche se non ci fosse stato il mandato di cattura, l’Italia ha aderito alla Convenzione contro la tortura: il ministro Nordio avrebbe potuto, sua sponte, arrestare Almasri, accusato di crimini contro l’umanità. Invece non solo non lo ha arrestato, ma lo ha liberato e riportato a casa. Questo è un atto gravissimo. Poi c’è l’aspetto giudiziario, che credo debba essere valutato più dalla Corte penale dell’Aja che dalla magistratura italiana. Nordio non poteva esprimersi come ha fatto. Ha detto in modo categorico che quel mandato di cattura era nullo, ma lui è il solo a cui la legge attribuisce il mantenimento dei rapporti con la Corte penale dell’Aja, e questi rapporti si gestiscono attraverso canali interni, non attraverso interviste e interventi che delegittimano e attaccano pubblicamente la Cpi. Se c’era un equivoco, lo si chiariva, ripeto, per canali interni, non facendo teatro davanti a tutti. Il comportamento di Nordio dimostra che il governo voleva rilasciare questo personaggio, probabilmente perché ha un potere tale in Libia da poter ricattare il governo Meloni”.

Perché Giorgia Meloni continua a evitare il Parlamento?
“Perché l’ha fatta troppo grossa. E ora non ci mette la faccia. Ha mandato avanti i ministri a immolarsi, perché la verità è che Nordio e Piantedosi hanno fatto una figura terribile, contraddicendosi l’un l’altro. Lei invece scappa perché, al momento, evidentemente non ha una risposta soddisfacente da dare. È curioso: ha un atteggiamento sempre molto aggressivo, da bulla ma ora non si fa vedere. Questo conferma che ha qualcosa da nascondere”.

Nordio ha attaccato la magistratura, sostenendo che ha compattato la maggioranza sulla riforma della giustizia.

“Lo ha confermato con tono minaccioso alla Camera e questa è la prova che la riforma della giustizia che hanno messo in piedi è punitiva e Nordio l’ha brandita come una minaccia. Uno scontro così acceso tra due poteri dello Stato non si era mai visto, neanche ai tempi di Berlusconi. Il berlusconismo ha allentato le difese democratiche. E oggi il governo sta dando nuove picconate preoccupanti. Come evidenziato in Aula, non ce l’hanno solo con la magistratura italiana, ma con la giustizia in generale. Non è nemmeno la prima volta che attaccano la Corte penale dell’Aja. Anche il Consiglio d’Europa è stato bersaglio di insulti da parte loro, perché aveva fatto rilievi all’Italia sul rispetto dei diritti umani. Sono allergici alle regole e alla giustizia, perché si ritengono al di sopra di tutto solo perché eletti. Questo è l’esatto contrario della democrazia. Vorrebbero tornare all’immunità parlamentare, il che significherebbe che non si possono nemmeno aprire inchieste su di loro. Vogliono mani libere su tutto, perché si considerano al di sopra della legge”.