Insulti e addirittura minacce di morte da novax e negazionisti per la prima vaccinata d’Italia, l’infermiera dello Spallanzani di Roma, Claudia Alivernini. Sui suoi profili social è stata inondata di vergognosi messaggi (“E ora vediamo quando muori”), la 29enne è stata così costretta a bloccarli per tutelare al sua privacy e ora valuta anche di denunciare alla Polizia postale chi la sta bersagliando.
“Ordine di Roma e Federazione nazionale degli infermieri pronti a tutelare Claudia Alivernini, infermiera prima vaccinata italiana contro Covid, dalle minacce da parte di chi riesce perfino a negare che nel mondo ci sono 80 milioni di casi confermati, quasi due milioni di vittime e che tutti i paesi sono uniti in prima linea nella lotta al virus”. Scrive in una nota della Fnopi, secondo cui “è inconcepibile che Claudia Alivernini, simbolo del compito di tutela verso i cittadini degli infermieri nella pandemia, possa essere attaccata e minacciata, anche di morte”.
“E’ inconcepibile – scrive ancora Fnopi – non solo dal punto di vista umano, per il quale non si capisce che tipo di bersaglio possa rappresentare la nostra collega che ha svolto a testa alta il suo dovere di persona e di infermiera e soprattutto quali sono le basi di questi assurdi attacchi alla persona, ma ancor di più rispetto alla professione che per sua natura è di tutela della salute degli assistiti come prescrive a chiare lettere il nostro Codice deontologico a cui nessun infermiere può derogare”.
“Chi ha preso di mira con ingiurie e minacce Claudia Alivernini è il prodotto di una subcultura pericolosa che antepone surreali teorie complottiste ai progressi scientifici che sono alla base dello sviluppo delle nostre società” a scritto, invece, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. “Claudia, io sono al tuo fianco!” ha aggiunto l’esponente M5s.