Alla prescrizione Mauro Moretti non rinuncia più. A differenza di quanto sostenuto sinora (leggi gli articoli), l’ex amministratore delegato di Fs e Rfi, nel processo d’appello bis sulla strage di Viareggio del 29 giugno 2009, in cui morirono 32 persone, ha dichiarato di essere pronto ad accogliere un proscioglimento per intervenuta prescrizione.
Strage di Viareggio, l’ex Ad di Fs e Rfi Moretti è pronto ad accogliere un proscioglimento per intervenuta prescrizione
Tredici anni fa, presso la stazione di Viareggio, un treno merci carico di gpl, deragliò, esplose un incendio e si verificò un’esplosione, che uccise appunto 32 persone, distruggendo anche le abitazioni circostanti. Undici persone morirono subito e le altre successivamente a causa delle ustioni subite. Concluse le indagini, vennero rinviati a giudizio 33 imputati, accusati, a vario titolo, di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali.
Il 31 gennaio 2017 il Tribunale di Lucca condannò (leggi l’articolo) tra gli altri a 7 anni e mezzo di reclusione Michele Mario Elia, ex AD di Rfi, a 7 anni Mauro Moretti, anche lui ex AD di Rete Ferroviaria, e a 7 anni e mezzo Vincenzo Soprano, ex amministratore delegato di Trenitalia. Una sentenza in parte confermata dalla Corte d’appello di Firenze il 20 giugno 2019 (leggi l’articolo) e poi annullata parzialmente nel gennaio 2021 dalla Corte di Cassazione (leggi l’articolo), disponendo un nuovo processo di secondo grado.
Ieri l’annuncio di Moretti di non voler più rinunciare alla prescrizione. Per lui cade così l’accusa di omicidio colposo plurimo, mentre restano in piedi quelle di disastro ferroviario, incendio colposo e lesioni colpose. “Vergogna”, hanno urlato al manager i familiari delle vittime. “Io piango mia figlia – ha detto Daniela Rombi, vicepresidente dell’associazione “Il mondo che vorrei”, rivolgendosi al difensore di Moretti, l’avvocato Ambra Giovene – dovete stare tutti zitti, è una vergogna, lui è il capo, è stato condannato e ora non rinuncia alla prescrizione”.
“Incomprensibile la reazione dei familiari verso Moretti – ha dichiarato l’avvocato Giovene – è l’unico che ha rinunciato alla prescrizione in appello per l’incendio colposo e per le lesioni personali. Oggi, accettando la prescrizione per l’omicidio colposo, viene a trovarsi nella identica posizione degli altri imputati. Capisco lo strazio dei familiari, spiace però che questo strazio abbia trovato sfogo in aula, non appena la Corte si è ritirata, con offese verso l’ingegner Moretti e la ricerca di uno scontro diretto col suo difensore”.
Nel processo bis davanti alla Corte d’Appello di Firenze gli imputati sono 16 e ieri l’udienza è stata aggiornata al 7 aprile mancando la traduzione in tedesco, madrelingua di alcuni imputati, delle motivazioni della sentenza della Cassazione. “Sappiamo che oggi ci rimanderanno a casa. Metà dei condannati sono tedeschi, e a nessuno è venuto in mente di tradurre la sentenza della Cassazione in tedesco. È una vergogna, una vergogna”, ha sostenuto sempre Daniela Rombi.
Ancora: “La vergogna ormai è la norma, non c’è più da meravigliarsi di niente. Siamo consapevoli che come per la Thyssenkrupp nessuno farà un solo giorno di galera. Sono 13 anni che combattiamo, e continueremo a combattere. Ma non per avere giustizia: la giustizia ha fallito, completamente, dopo oggi la giustizia non potrà più essere fatta. Alla Cartabia vorrei chiedere: come pensa di poter fare un processo in 3 anni se noi siamo qui da 13 anni?”. La Corte d’appello nel processo bis dovrà rideterminare le condanne considerando che l’unico reato che resta contestato è quello di disastro ferroviario.