“La nostra è una riforma seria, vicina alle esigenze di cittadini, che ormai invecchiano prima che una causa si concluda”. Parola del deputato M5S, Mario Perantoni.
E’ stallo sulla riforma della giustizia. Salvini chiede interventi sulla separazione delle carriere dei magistrati, non previsti dal contratto di governo, e sulle intercettazioni, che lo stesso contratto cita solo ai fini del potenziamento per alcuni tipi di reato come la corruzione. Quale crede sia l’obiettivo del ministro dell’Interno?
“So bene qual è l’obiettivo del Movimento: continuare a intervenire sulla giustizia nel solco del prezioso lavoro già fatto con la legge Spazzacorrotti. La nostra è una riforma seria e soprattutto vicina alle esigenze di cittadini, che ormai invecchiano prima che una causa si concluda. Siamo abituati a ragionare sempre sulle posizioni espresse dagli altri in relazione ai nostri provvedimenti, ma sulla base di proposte concrete”.
Se si stoppa la riforma del processo penale, rischia di saltare anche quella del processo civile e il nuovo sistema di elezione del Csm. Con quali effetti?
“Posto che riforma civile e del Csm hanno già avuto l’ok del Consiglio dei ministri, in generale sottolineo l’importanza di nuove norme come quelle su responsabilità disciplinare dei magistrati per processi troppo lunghi, taglio dei tempi di processi civili e penali, calendario con tempi processuali certi e taglio netto dei rapporti tra politica e magistratura. Pensate che qualcuno si possa permettere di far saltare queste e altre misure che sono una boccata d’ossigeno per i cittadini? L’effetto sarebbe, come minimo, la grande delusione di milioni di italiani”.
C’è chi sospetta che il vero scopo della Lega sia quello di far saltare la riforma del processo penale per scongiurare quella della prescrizione (lo stop dopo il primo grado di giudizio) che entrerà in vigore a gennaio. Condivide questa tesi?
“Sulla prescrizione non si scherza, una riforma che garantisca alle vittime di vedere riconosciuti i propri diritti e ai responsabili di essere puniti, come meritano, è essenziale. Parlano i fatti, non i sospetti: chi non vuole fare questo passo va contro i cittadini, e sono convinto che nessuno abbia intenzione di farlo”.
Salvini ora minaccia di far saltare il banco sulla Manovra: chiede coraggio al Governo o sarà costretto a chiederlo agli elettori. Il riferimento è alla Flat tax, sulla quale secondo Di Maio le coperture restano un mistero. Come se ne esce?
“Premesso che l’eventualità delle elezioni non ci preoccupa, anche noi del Movimento abbiamo sempre posto la questione sul piano della logica: se ci sono le coperture, voteremo la Flat tax. Questo finora però – dice bene il vice premier Di Maio – resta un mistero”.
Salvini è tornato anche a lamentarsi di alcuni ministri che “non brillano” invocando una soluzione. Quale potrebbe essere? Un rimpasto?
“Non c’è nessun rimpasto all’orizzonte. In generale però, penso che ci sia una cosa che fa sempre bene ai rapporti di fiducia: parlare. E in modo costruttivo. Il Movimento, ad esempio, non ha mai detto no a prescindere ai provvedimenti targati Lega e arrivati in Aula, ma si è sempre sforzato di migliorarli. Deve funzionare così anche nell’Esecutivo”.
A settembre dovrebbe arrivare il via libera definitivo alla riforma che taglia da 945 a 600 i seggi parlamentari. Il condizionale è d’obbligo perché in caso di crisi di governo salterebbe tutto. E’ un rischio giustificato?
“Concentriamoci sulla portata di questa riforma, che riesce a conciliare esigenze molto importanti per il Paese: innovare l’assetto costituzionale delle Camere, tagliare i costi della politica – lo ricordo: si parla di ben mezzo miliardo a legislatura -, rendere più efficiente il Parlamento, ma senza stravolgere la Carta fondamentale. Adesso abbiamo la data: dal 9 settembre si vota per portare a casa quest’altra vittoria di tutto il Paese”.