Stavano solo scherzando. Si può riassumere così la posizione assunta da Fratelli d’Italia in Parlamento, con la presentazione di un emendamento che avrebbe previsto una mini-proroga per il Superbonus al 110%. Neanche il tempo di proporre la modifica al decreto Salva-spese, condivisa anche con Pd e Gruppo Misto, che gli ordini dall’alto hanno costretto i deputati al passo indietro.
Alla fine prevale la linea dura del ministero dell’Economia di Giancarlo Giorgetti e della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: mai e poi mai una proroga del Superbonus e il riconoscimento che la misura debba essere confermata per non mettere nei guai imprese e famiglie. Prevale, ancora una volta, l’accanimento ideologico.
Presa in giro di Fdi sul Superbonus: i parlamentari si piegano a Meloni e Giorgetti
Cosa è successo? Prima del termine per la presentazione degli emendamenti, Fratelli d’Italia aveva presentato una proposta di modifica – a prima firma Saverio Congedo – che avrebbe prorogato il bonus edilizio al 110% di due mesi per i condomini che hanno completato almeno il 70% dei lavori al 31 dicembre 2023 e che hanno iniziato i lavori nel 2022, mantenendo lo sconto pieno anche nel 2023. La stessa proposta era stata presentata anche da Pd e Misto.
L’emendamento, però, è stato ritirato il giorno dopo, in seguito alle perplessità espresse dal Mef. Una verifica sul tema è prevista nella riunione tecnico-politica tra il relatore del provvedimento e l’esecutivo, prevista per martedì. Il tema non può essere eluso: in Parlamento praticamente tutti i partiti, in diversi termini, hanno chiesto una proroga del Superbonus.
Richieste che arrivano dopo le audizioni delle varie associazioni del settore, a partire dall’Ance, che denunciano diversi rischi: dalle famiglie che non possono completare i lavori ai cantieri bloccati, passando per il rischio di un boom di contenziosi legali. Ma il governo tira dritto, seguendo solo la sua furia ideologica contro il Superbonus.