“La politica deve dare risposte e capire come cambia la società”: sullo Ius scholae parla Bergamini (FI)

Sulla cittadinanza parla Deborah Bergamini (Forza Italia): "Lo Ius scholae è centrale, è un tema che riguarda la dignità della persona".

“La politica deve dare risposte e capire come cambia la società”: sullo Ius scholae parla Bergamini (FI)

Forza Italia chiede con insistenza, in questa estate, lo Ius scholae. Deborah Bergamini, deputata e vicesegretaria azzurra, perché oggi è necessaria e urgente una riforma della cittadinanza?
“Non abbiamo posto la questione sul piano dell’urgenza, ma sulla necessità che la politica torni a fare il suo mestiere: dare risposte ai cambiamenti della società, possibilmente prima che essi si verifichino. Noi siamo un partito liberale e vogliamo trovare un meccanismo tale per cui quei ragazzi che crescono in Italia, parlano la nostra lingua, abbracciano la nostra ‘way of life’, rispettano le nostre leggi, possano diventare cittadini in tempi ragionevoli. Con tutte le cautele e i controlli del caso. Per questo, dieci anni di scuola ci paiono un criterio sensato”.

Fratelli d’Italia e Lega, però, continuano a opporsi, negando che il tema fosse nel programma di coalizione: è davvero così?
“Nel programma è fissato l’obiettivo di favorire l’inclusione sociale dei migranti regolari. Ne deriva che porre la questione per le seconde generazioni non è certo un’eresia. E comunque viviamo in tempi talmente veloci che i programmi si possono arricchire, aggiornare, allargare. Senza stravolgere il senso di un’alleanza, ovviamente, e non mi pare ci siano rischi da questo punto di vista. Capire la società è il compito della politica. Forza Italia è un partito liberale e, parafrasando lo storico americano Timothy Snyder, interpretiamo la libertà anche come il dare una possibilità. In presenza di certe condizioni e senza scorciatoie, ovviamente”.

Finora i vostri alleati non hanno mai voluto affrontare questo tema: perché invece per voi è diventato centrale?
“In realtà anche altri esponenti del governo e della maggioranza si pongono la domanda su un aggiornamento di vari aspetti dell’attuale normativa sulla cittadinanza. Comunque, per noi l’argomento è centrale come tutti i temi che riguardano la dignità della persona. Quindi la situazione delle carceri, le garanzie nell’ordinamento giudiziario, la questione fiscale, il sistema educativo”.

Abbiamo visto come Tajani abbia raccolto su questa battaglia il plauso dei cattolici riuniti a Rimini: Forza Italia sta puntando su questo tema anche per provare a riconquistare l’elettorato moderato?
“Forza Italia è impegnata da tempo ad essere punto di riferimento dell’elettorato moderato e già le elezioni europee hanno dimostrato che siamo sulla giusta strada. Il meeting di Rimini è una realtà importante per il mondo cattolico-liberale e il plauso di chi lo anima non fa che avvalorare la validità delle nostre scelte”.

Sullo ius scholae crede che si possa davvero trovare un accordo con le opposizioni, anche senza Lega e FdI?
“Noi contiamo sempre di fare sintesi con i nostri alleati. Il nostro spettro è e rimane quel centrodestra nato per iniziativa di Silvio Berlusconi. Ma siccome parliamo, appunto, di una coalizione e non di un partito unico, vogliamo stimolare gli alleati a condividere con noi alcune svolte liberali che la società chiede e che un centrodestra moderno deve avere il coraggio di imprimere”.

La maggioranza di governo sarebbe a rischio, come ha paventato qualcuno della Lega?
“La caduta del governo non è proprio nel novero delle possibilità. Ci aspettiamo, però, che da tutti gli alleati non ci sia dogmatismo nel confronto politico, allo stesso modo di come non c’è mai stato da parte nostra. Abbiamo sempre ascoltato e discusso le proposte degli amici del centrodestra che non erano nel programma e che sono via via entrare sul tavolo. A volte le abbiamo condivise, altre volte no. Ma non è mai stata messa in discussione la tenuta della coalizione. Nessuno, per esempio, ha lanciato anatemi di alcun tipo verso la Lega quando ha insistito sul terzo mandato per i Presidenti di Regione”.

Come giudica il silenzio di Giorgia Meloni? In passato, dall’opposizione, anche lei aveva aperto a una discussione sul tema: come mai oggi invece non prende parte alla discussione?
“Non mi permetterei mai di interpretare i silenzi altrui. Ma sono convinta che la presidente Meloni, nel vertice programmato per il prossimo 30 agosto con Antonio Tajani e Matteo Salvini, saprà confrontarsi profondamente e seriamente con tutte le istanze”.