E’ forse inevitabile: quando si parla di ingiusta detenzione, alla mente viene subito in mente l’incredibile caso di Enzo Tortora. Ma di “Enzo Tortora” in Italia ce ne sono centinaia. Ogni anno. Solo nel 2018 le ordinanze di risarcimento per ingiusta detenzione sono state 895. In media, dunque, parliamo di quasi tre ogni giorno che passa. E la spesa che, per errori o negligenze delle toghe, deve affrontare lo Stato è monstre: nel 2018 è stata pari a 33,3 milioni di euro. Una montagna di soldi che, inevitabilmente, sottraiamo alle casse pubbliche, senza dimenticare il dolore di chi si ritrova in cella senza una valida ragione.
I dati emergono dall’ultima relazione presentata in Parlamento relativa ai “provvedimenti di riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione”. Se entriamo nello specifico, è facile renderci conto di come la mole di chi potenzialmente è stato ingiustamente detenuto è ancora più alta: al di là delle ordinanze, infatti, le domande di riparazione accolte nell’ultimo trienio sono state ben 2.064. Parliamo nella maggior parte dei casi di richiesta di indennizzo “da sentenza (di proscioglimento) irrevocabile”, in altri casi di richiesta di indennizzo “da illegittimità dell’ordinanza cautelare”.
Il quadro che ne emerge è disarmante. Soprattutto per alcune Corti d’Appello.Il dato più sconvolgente è senza dubbio quello di Catanzaro: nel 2018 si sono avute 182 ordinanze per una spesa di 10,3 milioni di euro. Un terzo del totale. A seguire Roma: 96 ordinanze e pagamenti per 3,4 milioni. Poi, ancora, Catania, Napoli e Bari dove i pagamenti hanno raggiunto in ognuno dei singoli casi 2,4 milioni di euro.
Il report, però, non deve stupire. E, anzi, stupisce che l’esborso sia “lievemente inferiore” a quello registrato nel 2017. Sono anni, infatti che lo Stato risarcisce profumatamente chi ha subito ingiuste detenzioni. I dati sono snocciolati puntualmente dall’osservatorio “Errori giudiziari” di Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone che informa come dal 1992 (anno da cui parte la contabilità ufficiale delle riparazioni per ingiusta detenzione) ad oggi si siano registrati oltre 27.200 casi: in media, 1.007 innocenti in custodia cautelare ogni anno. Il tutto per una spesa che supera i 740 milioni in indennizzi, per una media di 27,4 milioni l’anno.
Ma non è tutto. Nel lungo e dettagliato report c’è anche un capitolo dedicato agli illeciti dei giudici. Le azioni promosse contro i magistrati negli ultimi tre anni sono state 41, con un aumento nel 2018 rispetto agli anni precedenti (16 rispetto a 12 e 13). Nella maggior parte dei casi (36) sono state azioni promosse direttamente dal ministero della Giustizia; negli altri 5 casi, invece, ci ha pensato il procuratore generale della Cassazione. Ebbene, in 11 casi c’è stata piena assoluzione, ma in altre 11 i giudici sono andati incontro a censura.
E, ancora, in 7 casi è stato decretato il non luogo a procedere mentre altre 9 sono ancora in corso. Infine, solo in un caso – nel 2016 – il magistrato è andato incontro all’ammonimento. Ma sono le conclusioni del ministero della Giustizia che lasciano riflettere: “Le anomalie che possono verificarsi in correlazione con l’ingiusta compressione della libertà personale in fase cautelare sono costantemente oggetto di verifica da parte degli Uffici ministeriali”. A dimostrazione di come illeciti giudiziari e ingiusta detenzione siano corrrelati.