Sembra che per Bruxelles il governo di Giorgia Meloni non faccia nulla di giusto. L’ultimo terreno di scontro riguarda le misure messe in campo dall’Italia per controllare e arginare la peste suina, che gli esperti dell’EU Veterinary Emergency Team della Commissione UE, guidata da Ursula von der Leyen, giudicano “insufficienti”.
Nel report, elaborato dopo una missione in Lombardia ed Emilia-Romagna, secondo quanto riporta l’Ansa, si evidenzia che “la strategia di controllo” della malattia “nel Nord Italia dev’essere migliorata”, poiché è necessario un piano “comune e coordinato” per l’intera area. Inoltre, è “urgente” predisporre un “piano B esteso per il controllo e l’eradicazione della malattia”, visto che “l’epidemia sembra avanzare più velocemente delle misure” messe in campo dal governo Meloni, con il rischio che la malattia “si diffonda verso est e sud”, in particolare “verso la Toscana”.
La peste suina dilaga in Italia e la Commissione UE bacchetta il governo: “Le misure per contenere la malattia sono insufficienti”
Secondo quanto riportato dai tre funzionari UE che hanno curato il rapporto, ossia il team leader tedesco Klaus Depner, il lituano Marius Masiulis e il ceco Petr Satran, la strategia del governo presenta “diverse criticità”: il “debole coordinamento tra le regioni”; le “risorse limitate” per la sorveglianza; il “supporto finanziario insufficiente” e, infine, “i problemi tecnici” per la costruzione di recinzioni che contengano gli animali infetti. Il documento sottolinea anche come l’intenzione di ridurre la popolazione dei cinghiali “a zero” attraverso la caccia “sembri un obiettivo difficile da raggiungere” e per questo è necessario un piano “ben ponderato e pianificato”, che dovrebbe essere “sviluppato e coordinato a livello centrale da un gruppo di esperti per l’intera area endemica”.
I focolai
Che la situazione sia grave lo si capisce dal fatto che, al momento, in ben cinque regioni italiane si registrano focolai di peste suina. Si tratta di Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria e Toscana. La situazione più critica si registra in Lombardia, dove vengono allevati 4,4 milioni di capi, pari al 47% del totale nazionale, e dove nelle ultime due settimane sono stati individuati otto focolai che interessano 19.179 suini. Un fenomeno che nella ‘locomotiva d’Italia’ assume proporzioni davvero immense, considerando che dal 2021 a oggi è stato necessario abbattere oltre 46.000 cinghiali.