Ancora aperta e sanguinosa la battaglia sulle nomine di vice ministri e sottosegretari. Fino a notte ieri sia il Movimento 5 Stelle che il Pd sembravano lontani dal trovare una quadra completa sulla squadra di sottogoverno. I dem, che dovrebbero occupare 17-18 posti su 42, se li sarebbero divisi tra le correnti e avrebbero qualche dubbio solo su chi promuovere e chi sacrificare. Più complessa invece la partita tra i pentastellati, a cui andrebbero 22-23 caselle, e che devono fare i conti sui tanti che cercano una riconferma, sugli equilibri tra correnti e allo stesso tempo tra il premier Giuseppe Conte e il capo politico Luigi Di Maio, e sui neo parlamentari che reclamano spazi e lamentano l’assegnazione di un qualche ruolo quasi sempre e solo alla vecchia guardia.
Nomine attese anche per riprendere a pieno ritmo l’attività parlamentare. Ma le criticità ancora presenti potrebbero portare a far slittare ancora qualche ora la scelta dei sottosegretari. I parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno consegnato intanto a Di Maio la rosa dei nomi fra cui scegliere i sottosegretari e dovrà ora lui fare la sintesi. Hanno inoltre deciso di tenere fuori dalla partita i presidenti delle commissioni parlamentari e, si vocifera, di puntare soprattutto sui deputati, visto che al Senato la maggioranza è più risicata.
IL TOTO-NOMI. Impazza comunque il toto-nomi. Al Mef viene data per certa la conferma di Laura Castelli e, sempre per M5S, si parla della conferma di Alessio Villarosa o dell’ingresso di Stefano Buffagni. Circolano però anche i nomi di Vincenzo Presutto e Giovanni Currò, mentre il Pd sembra aver blindato Antonio Misiani, anche se c’è chi non esclude un posto per l’ex ministro Claudio De Vincenti. Al Viminale i dem sembrano poi orientati ormai su Emanuele Fiano, mentre i pentastellati dovrebbero confermare Luigi Gaetti. All’ambiente battaglia tra Rossella Muroni, di Leu, Chiara Braga e Paolo Cassola, per il Pd.
Al lavoro i dem punterebbero su Chiara Gribaudo, i 5S su Davide Tripiedi e Leu su Arturo Scotto. Agli esteri viene data per certa la riconferma di Manlio Di Stefano, mentre tra i dem il confronto sarebbe tra Alessandro Alfieri e Lia Quartapelle. Al Miur si parla di Francesco D’Uva e Lucia Azzolina per M5S e di Anna Ascani per il Pd. Alla Salute i 5S sarebbero indecisi tra Pierpaolo Sileri e Giorgio Trizzino, mentre i dem guarderebbero a Lello Topo e a Giovanni Legnini. Sembra inoltre che il Movimento non voglia riconfermare i sottosegretari uscienti Dell’Orco, Cominardi e Sibilia, mentre sarebbero pronti a rientrare come numeri due gli ex ministri Trenta, Lezzi e Toninelli.